Il mestiere di inviato nell’era della televisione.
“L’infame televisione ha risvegliato l’insaziabile desiderio di simultaneità e di cosiddetta autenticità. Oggi nessun direttore direbbe a un suo giornalista la frase che nel 1869 Bennet disse a Stanley: “Vada nel più profondo dell’Africa e ritrovi Livingstone”.
A un mese dalle prime elezioni a suffragio universale, il paese è attraversato da scontri violenti. La cacciata del presidente del Bophuthatswana segna la fine di questo homeland. E decreta il definitivo fallimento dell’apartheid. La cronaca del settimanale sudafricano The Weekly Mail & Guardian.
L’Europa deve aprire il suo mercato ai paesi dell’Est.
La Serbia ha saputo resistere per due secoli ai venti dell’est. Oggi è invece nelle mani della “madre ortodossa”.
Intervista con Mano Dayak, leader dell’irredentismo tuareg, a capo della coalizione che ha scelto la strada dei negoziati.
Un nuovo intervento nel dibattito su informazione e guerra. Un articolo dal quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung.
Influenze letterarie, panafricanismo, impegno politico, integralismo: intervista a Boubacar Boris Diop.
La maggioranza della popolazione tuareg è fuori dei negoziati,
In questo intervento su Foreign Affairs, Paul Krugman spiega gli errori teorici ed empirici delle strategie commerciali degli Stati Uniti. Andando controcorrente rispetto all’opinione diffusa tra gli economisti della squadra di Clinton.
Nonostante la recessione il prossimo budget prevede aumenti in diversi settori di ricerca.
Il Pentagono avrebbe sperimentato suo suoi soldati nuovi farmaci. La denuncia del settimanale americano The Nation.
Nigeria e Camerun si contendono la penisola di Bakassi. Una guerra rischierebbe di sconvolgere gli equilibri della regione.
I ripetuti atti di terrorismo di matrice islamica fanno temere il peggio. Ma le differenze tra i due paesi sono sostanziali.
Un’analisi ceca della politica economica di Bratislava.
Intervista allo storico israeliano Sternhell: “Non vi è alcun gene che immunizzi gli ebrei contro razzismo, xenofobia, culto della violenza”.
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