Fermate la guerra
Le analisi di Stratfor e Jane’s
I commenti della stampa internazionale
Contro il terrorismo serve una nuova politica globale.
Secondo uno scienziato le fedi sono armi pericolose.
Un anno dopo la pace di Dayton la comunità internazionale non ha imparato a prevenire i conflitti annunciati. Come dimostra la paralisi degli Stati Uniti e dell’Europa di fronte alla guerra in Africa centrale.
Negli ultimi vent’anni milioni di afgani sono stati costretti a fuggire.
Il 9 settembre veniva assassinato il leader dell’opposizione afgana.
Il primo ministro tunisino, Hamadi Jebali, ha annunciato mercoledì sera in un discorso alla nazione trasmesso in tv che sarà formato al più presto un “governo nazionale composto da tecnici privi di appartenenza politica”. L’annuncio arriva dopo una giornata di scontri e proteste in seguito all’uccisione a Tunisi, il 6 febbraio, dell'avvocato e leader dell’opposizione Chokri Belaid. Leggi
Uno dei compiti di un giornale è pubblicare articoli che facciano discutere. Questo è vero soprattutto quando c’è una guerra, e la macchina propagandistica lavora a pieno ritmo. L’articolo di Arundhati Roy che abbiamo pubblicato nel numero 407 ha suscitato molte reazioni tra i lettori di Internazionale, così come tra i lettori degli altri giornali che l’hanno pubblicato: Outlook in India, il Guardian in Gran Bretagna, Le Monde in Francia. Farà discutere anche l’articolo di Arundhati Roy che pubblichiamo questa settimana. Bene. Discutere fa bene. Soprattutto se le argomentazioni non sono pretestuose. Almeno altri due articoli di questo numero faranno discutere. Il primo è di Marc Cooper, dal Nicaragua. Il secondo è di Richard Dawkins. Che dice: “Riempire il mondo di religioni è come disseminare le strade di pistole cariche. Non c’è da meravigliarsi se vengono usate”. Leggi
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