L’Iraq, gli Stati Uniti e il controllo delle risorse
La spartizione dei giacimenti iracheni al centro del conflitto
Il 22 settembre i tedeschi vanno alle urne per rinnovare il Bundestag. Ma la campagna del cancelliere Gerhard Schröder non ha convinto
Tensione, violenza, dolore. E una pace senza accordi. Reportage dai municipi autonomi zapatisti
Una ruggine vorace sta corrodendo le petroliere vecchie e nuove. Con rischi gravissimi per l’ambiente. Ma armatori e proprietari pensano a risparmiare materiali e manutenzione
La nuova dottrina americana si chiama “guerra preventiva”. Non serve ad anticipare un attacco e non si basa su informazioni precise. Ha lo scopo di giustificare un intervento contro una minaccia virtuale (in questo caso: l’Iraq di Saddam che potrebbe fornire armi di distruzione di massa ad al Qaeda).
Entusiasmo di Pechino e Mosca: potranno liberamente regolare i loro conti con Taiwan e la Georgia, anche se forse la guerra comprometterà i loro interessi petroliferi in Iraq. Gli europei, invece, non hanno parole. Il quotidiano francese Le Monde scrive che la posizione assunta nei confronti di Washington è spesso un indicatore del dibattito politico interno.
E non deve quindi stupire se Silvio Berlusconi dichiara al Tg3 che la cosa che più lo preoccupa dell’incontro con Bush a Camp David è l’eventuale presenza nel menù di piatti con la cipolla. - Leggi
Ha trasformato la Baviera in una delle regioni più ricche e sicure d’Europa. Ma il candidato conservatore sarebbe anche un buon cancelliere?
Per raggiungere il nirvana bisogna davvero rinunciare ai piaceri terreni? Tra new age e profitti si fa strada un nuovo buddismo
Washington vuole controllare il greggio mediorientale per tenere a bada i potenziali avversari. Primo tra tutti, la Cina
L’eccentrica residenza del magnate dell’editoria William Randolph Hearst, immortalato da Orson Welles, è oggi un monumento storico
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