Corea del Nord, Afghanistan, Pakistan. Articoli di Seymour Hersh, Paul Kennedy, Ahmed Rashid
“Non c’è niente di più patetico delle manifestazioni contro la guerra che si sono svolte nei paesi arabi. Un milione di persone a Londra, mezzo milione a Madrid, duecentomila a Parigi e New York. E al Cairo? Seicento egiziani – circondati da tremila poliziotti”. Robert Fisk, sull’Independent, segnala una questione cruciale: il silenzio degli arabi. E un’altra: il fatto che il movimento arabo contro la guerra tende ad appoggiare Saddam Hussein. Invece è bene ricordare che il presidente iracheno è un dittatore della peggior specie. L’Iraq deve liberarsi di lui. Ma senza trasformarlo in martire, cosa che certamente accadrebbe con una guerra. Il resto del mondo può provare ad aiutare gli iracheni, non bombardandoli ma sospendendo l’embargo che li affama da dieci anni. E poi con gesti piccoli ma forti, come quello del sindaco di Roma che si è rifiutato di incontrare Tareq Aziz dopo che il vicepremier iracheno non ha voluto rispondere a un giornalista israeliano.– Leggi
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