Inchiesta. Cecenia, Arabia Saudita, Marocco, Israele: 169 morti in sette giorni. La strategia dei kamikaze, il ruolo di al Qaeda, la risposta dell’Occidente
Le foto di Livio Senigalliesi documentano dieci anni di conflitti balcanici
La strategia degli Stati Uniti per fermare l’immigrazione
La bellezza dei fiordi è semplice e drammatica. Si avverte una sensazione di prodigio che fa rabbrividire
Il settimanale americano Time è categorico: questa è una guerra che non finirà mai. Si illudeva chi pensava che la minaccia del terrorismo fosse stata allontanata: lo dimostra l’ultima settimana di attentati. La guerra diventa permanente. Sull’Independent, Robert Fisk si chiede perché allora siamo andati in Afghanistan e in Iraq. Non ci avevano detto che era per combattere i terroristi? E non ci avevano spiegato che i buoni avevano vinto? Jason Burke è l’autore dell’articolo che pubblichiamo a pagina 22. Chief reporter dell’Observer di Londra, si occupa da anni di Iraq, curdi, Afghanistan e al Qaeda. E proprio sulla rete di bin Laden ha appena finito di scrivere un libro. Ora l’obiettivo sono tutti gli occidentali, scrive Burke, “senza distinzione tra civili e militari. Senza luoghi protetti”. La teoria di Burke è che al Qaeda ha molte facce, una per ogni paese da cui provengono i suoi soldati. Se non lo capiamo, e se non cambiamo la nostra strategia, ne subiremo ancora a lungo le conseguenze. Leggi
Giovane, ricco e potente: è il governatore della Ciukotka
L’inchiesta di Bernard-Henri Lévy sull’omicidio del giornalista americano
I processi della memoria
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