Esclusivo. La nuova inchiesta di Seymour Hersh sulle torture in Iraq. I piani segreti del Pentagono, le bugie di Rumsfeld
Le torture ad Abu Ghraib facevano parte dei piani del Pentagono. La nuova inchiesta di Hersh
Due mesi e mezzo in giro per l’Australia con zaino e sacco a pelo. Un’avventura entusiasmante, se si trovano i compagni di viaggio giusti
Le testimonianze degli abusi di Abu Ghraib riaprono il dibattito sul ruolo delle immagini. “Sono mezzi per umiliare un nemico che fa paura”, dice lo scrittore spagnolo Muñoz Molina
Il partito del Congresso ha vinto le elezioni in India. La popolazione ha bocciato un modello di sviluppo incapace di combattere la povertà
Quasi tutti i paesi dell’America Latina hanno un governo democratico. Ma questo non è servito a migliorare la vita di duecento milioni di poveri e a ridurre le diseguaglianze sociali
Reportage da Mogadiscio
Gita nella città di Sonia Gandhi
“Invito tutti i governi a unirsi agli Stati Uniti e alla comunità dei paesi rispettosi delle leggi nel proibire, scoprire e condannare qualsiasi atto di tortura. Noi daremo l’esempio”. Sono parole di George W. Bush, citate da Mark Bowden in un lungo articolo sulla tortura che Internazionale ha pubblicato il 31 ottobre 2003 (l’articolo è online). L’affermazione di Bush non è una semplice bugia: risponde a una logica ben precisa. Bowden parlava in particolare dell’uso della “tortura leggera” – quella che non infligge danni permanenti – per ottenere informazioni vitali. La conclusione del giornalista era che questa tortura sembra essere “moralmente accettabile” ma che va affrontata con “un pizzico d’ipocrisia”: cioè, gli stati dovrebbero condannare pubblicamente e lasciar correre in segreto. Almeno finché – aggiungiamo noi, oggi – non arriva un soldato semplice che decide di farsi una foto ricordo. Leggi
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