Dall’Egitto al Marocco, il racconto di un’identità negata
Una scuola all’aperto, sotto un albero, in mezzo alla campagna africana. I bambini sono seduti per terra. Alla lavagna c’è Giobbe Covatta, che fa lezione con il suo forte accento napoletano. “Nel 1999 Charles Wang, presidente della Computer associates, ha guadagnato 207 milioni di dollari”. Pausa. “Poco meno del prodotto interno lordo del Burundi. Forza bambini, adesso ripetete con me: e che cazzo!”.
Il film-documentario si chiama Sono stato negro pure io, e il comico Giobbe Covatta l’ha scritto e interpretato per Amref, la principale organizzazione sanitaria privata (senza scopo di lucro) basata in Africa. Raitre l’ha mandato in onda qualche sera fa. Era un ottimo esempio di come si possa fare buona televisione e contemporaneamente riuscire a parlare di tragedie facendo sorridere: difficilissimo. Ma quando si è capaci di farlo (come nel caso di Covatta) si ha a disposizione un’arma molto potente. Leggi
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Dormire in un campo fiorito, fare il bagno in un’acqua a prova di microscopio e svegliarsi quando il sole sorge sulle montagne. In vacanza sul lago Bajkal insieme a uno scienziato
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