Il Giappone ricorda le vittime del terremoto e dello tsunami che hanno colpito la costa orientale del paese l’11 marzo del 2011
Il Save the memory project ha aiutato i giapponesi a ritrovare i ricordi delle loro famiglie, perduti nelle macerie del disastro di Fukushima. Leggi
L’11 marzo 2011 il terremoto più forte della storia del Giappone ha causato uno tsunami che ha ucciso più di 18mila persone, danneggiando gravemente la centrale nucleare di Fukushima. La bonifica del territorio contaminato durerà decenni e costerà miliardi di dollari. Le bugie del governo, i danni all’ambiente, le migliaia di sfollati: quattro anni dopo il Giappone si prepara a riattivare le sue centrali nucleari. Il reportage del Guardian. Leggi
L’11 marzo del 2011 un terremoto sottomarino di magnitudo 9 ha colpito la costa orientale della regione di Tōhoku, in Giappone, scatenando uno tsunami, con onde alte fino a 40 metri, che ha devastato l’entroterra fino a 10 chilometri dal mare. Secondo le autorità giapponesi le vittime sono più di 18mila, di cui 2.633 persone risultano ancora disperse.
A quattro anni dal disastro le autorità del paese hanno osservato un minuto di silenzio a Tokyo e in tutte le località colpite per ricordare le vittime.
Alla catastrofe naturale, si è aggiunto l’incidente nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi, gestita dalla società Tepco. Lo tsunami ha danneggiato il sistema di raffreddamento della centrale, causando la fusione di tre reattori. Circa trecentomila persone sono state costrette a lasciare le loro case nelle aree circostanti a causa delle radiazioni. Quattro anni dopo lo tsunami, circa 230mila persone vivono ancora in alloggi provvisori, lontani dalle loro case. Nella regione di Tōhoku, la più interessata dalla tsunami, sono state ricostruite solo seimila case, delle 30mila previste. Afp
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