Per il sesto giorno consecutivo centinaia di persone si sono riunite nel centro di Erevan per protestare contro la decisione del governo di aumentare le tariffe dell’elettricità. Nei giorni scorsi la polizia ha arrestato più di duecento persone e negli scontri ci sono stati diversi feriti
Non si fermano le proteste a Erevan, in Armenia, dove almeno seimila manifestanti hanno marciato verso il palazzo presidenziale per denunciare l’aumento delle tariffe dell’elettricità. I partecipanti al corteo hanno chiesto anche il rilascio dei manifestanti arrestati ieri, quando la polizia in assetto antisommossa ha disperso una protesta con idranti e manganelli di gomma.
La rete elettrica armena è di proprietà della società russa Inter Rao, secondo la quale l’aumento delle tariffe è necessario a causa della perdita di valore della moneta armena, il dram.
Nelle ultime settimane ci sono state diverse proteste a Erevan, scatenate dal malcontento della popolazione nei confronti della situazione economica armena, che è strettamente dipendente da quella russa, sempre più in crisi e con un tasso di inflazione pari al 5,1 per cento. L’Armenia inoltre ha rapporti tesi con i paesi vicini. Da un lato ha ancora in sospeso con la Turchia la questione del genocidio degli armeni di un secolo fa, e dall’altro prosegue la disputa con l’Azerbaigian sulla contesa regione di Nagorno Karabakh.
La polizia armena ha disperso con idranti e manganelli di gomma centinaia di manifestanti nella capitale Erevan, che protestavano contro la decisione del governo di aumentare le tariffe dell’elettricità. Il portavoce della polizia ha fatto sapere che 237 manifestanti sono stati fermati e sette dimostranti e 11 poliziotti sono stati feriti.
La protesta, a cui hanno partecipato circa cinquemila persone, è stata organizzata da giovani attivisti che non sono affiliati ad alcun partito politico, ed è stata innescata dall’aumento delle tariffe dell’elettricità dal 17 al 22 per cento a partire dal 1 agosto. L’aumento è stato chiesto dall’azienda che fornisce l’elettricità in Armenia, una succursale della russa Inter Rao, ed è stato motivato dal calo della moneta armena, il dram.
L’Armenia, una repubblica ex sovietica che dipende in larga misura dall’economia russa, è stata duramente colpita dalla crisi economica che ha danneggiato le esportazioni e ha ridotto le rimesse dei lavoratori armeni che vivono in Russia.
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