I giudici hanno pubblicato la sentenza con cui hanno deciso di spostare dai tribunali amministrativi regionali (Tar) ai tribunali ordinari la competenza per l’applicazione della legge Severino ai politici condannati
Sull’applicazione della legge Severino nei confronti dei politici condannati è competente il giudice ordinario, e non il Tar. Lo ha ribadito la cassazione in un’ordinanza sul caso del sindaco di Napoli Luigi De Magistris. La decisione era molto attesa perché riguardava due casi in particolare: oltre a quello di De Magistris, quello di Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno e candidato del Partito democratico in Campania alle prossime elezioni regionali. Leggi
I giudici della corte di cassazione si sono riuniti in camera consiglio a porte chiuse martedì 26 maggio per decidere se spostare dai tribunali amministrativi regionali (Tar) ai tribunali ordinari la competenza per l’applicazione della legge Severino ai politici condannati. I giudici hanno esaminato il ricorso presentato dal Movimento difesa del cittadino sul reintegro del sindaco di Napoli Luigi De Magistris da parte del Tar del Lazio, dopo la sua condanna in primo grado per abuso d’ufficio. In base alle indicazioni di due diversi rappresentanti della corte, i giudici avrebbero accolto il ricorso.
Il verdetto potrebbe essere pubblicato prima del fine settimana, e quindi prima delle elezioni regionali del 31 maggio.
I politici che secondo la legge Severino dovrebbero essere incandidabili e ineleggibili non potranno più fare affidamento sulla decisione dei giudici amministrativi per restare al loro posto. L’effetto immediato della sentenza farebbe decadere i ricorsi presentati dai Tar alla corte costituzionale, in particolare sui casi del sindaco di Napoli De Magistris e del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, sospesi per una condanna di abuso di ufficio e poi reintegrati dal Tar.
In caso di pubblicazione della sentenza prima del 31 maggio De Luca, come candidato a presidente della regione Campania per il Partito democratico, se eletto sarà sospeso dal suo nuovo incarico e dovrà ricorrere al tribunale ordinario per essere reintegrato.
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