Tre civili e due militari ucraini sono morti nelle ultime 24 ore nell’est dell’Ucraina, dove le forze governative proseguono i combattimenti contro i separatisti filorussi.
Un portavoce militare, Andriy Lysenko ha sostenuto che due soldati sono morti e altri 13 sono rimasti feriti in diversi attacchi sferrati dai ribelli con l’artiglieria pesante, in violazione dell’accordo per il cessate il fuoco raggiunto a febbraio (il cosiddetto Minsk 2). I tre civili sono rimasti uccisi vicino a Grolivka, che si trova nel territorio controllato dai separatisti a nord di Donetsk.
Il consiglio di sicurezza dell’Onu si riunirà domani per discutere della ripresa dei combattimenti tra le truppe di Kiev e i ribelli filo-russi nell’Ucraina orientale. Il ritorno delle violenze in quell’area rompe la tregua sollecitata dall’Europa, che reggeva da quattro mesi.
La richiesta di un incontro straordinario è stata avanzata dalla Lituania, dopo che il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha denunciato la presenza nella regione orientale del paese di oltre 9mila soldati russi.
La riunione inizierà alle 15.30 ora italiana.
Sono almeno 24 le vittime degli scontri nell’est dell’Ucraina tra le forze governative e i separatisti filorussi, i più violenti dall’inizio della tregua siglata lo scorso 15 febbraio a Minsk. Nei combattimenti sono morti 14 ribelli, cinque civili e cinque soldati. Leggi
Nell’est dell’Ucraina si stanno intensificando i combattimenti tra le forze governative e i ribelli filorussi, nonostante il cessate il fuoco siglato a febbraio a Minsk, già più volte violato. Gli scontri, che hanno visto il coinvolgimento di carri armati e artiglieria pesante, si sono verificati a Maryinka e Krasnohorivka, a poche decine di chilometri da Donetsk, roccaforte dei ribelli. Entrambi gli schieramenti hanno riportato notizie di feriti, oltre a due civili uccisi da un colpo di mortaio nella regione di Luhansk.
Secondo il governo ucraino, i leader occidentali e la Nato, la Russia sta aiutando i ribelli nelle regioni di Donetsk e Luhansk, fornendo armi pesanti e rinforzi. Mosca continua però a negare, sostenendo che tutti i russi che aiutano i ribelli sono volontari. Più di 6.400 persone sono state uccise nei combattimenti iniziati nell’aprile del 2014.
Intanto stanno procedendo le operazioni di recupero degli operai rimasti intrappolati in due miniere: 576 nella miniera di carbone Zasiadko e altri 375 in quella di Skočinsky, entrambe alla periferia di Donetsk. I minatori sono rimasti bloccati sottoterra dopo un blackout causato dagli scontri a fuoco.
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