Il governo è stato battuto sul parere di costituzionalità alla commissione affari costituzionali. Il voto è finito dieci a dieci. È stato determinante il voto contrario del senatore Mario Mauro, che ha lasciato la maggioranza
La riforma scolastica del governo Renzi soprannominata la Buona scuola – contestata dai principali sindacati, da studenti e professori – dopo aver ricevuto l’approvazione della camera, si trova in commissione in sede referente al senato. La commissione Istruzione e beni culturali, competente in materia scolastica, sta discutendo il disegno di legge articolo per articolo e trasmetterà poi il testo finale all’assemblea di palazzo Madama per il voto. Ecco l’iter legislativo del disegno di legge:
Camera dei deputati. Il disegno di legge 1934 di riforma della scuola, presentato dal governo il 27 marzo, è stato approvato dalla camera dei deputati il 20 maggio 2015, con 316 sì, 137 no e un astenuto. Tra i gruppi parlamentari che si sono espressi a favore della riforma ci sono stati il Partito democratico, Area popolare, Scelta civica, Per l’Italia-Centro democratico, Partito socialista italiano, minoranze linguistiche. Tra i contrari il Movimento 5 stelle, Forza Italia, Lega nord; Sinistra, ecologia e libertà; Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale e Alternativa libera.
Commissione istruzione. Dopo la prima approvazione alla camera, il disegno di legge è stato assegnato alla settima commissione permanente, Istruzione pubblica e beni culturali del senato in sede referente il 22 maggio 2015. Prima di passare all’esame dell’aula del senato, sono richiesti i pareri delle commissioni affari costituzionali, giustizia, affari esteri, bilancio, finanze, lavori pubblici, agricoltura, industria, lavoro e sanità, ambiente, Unione europea, questioni regionali.
Parere di costituzionalità. Il 9 giugno il disegno di legge non ha ottenuto il parere di costituzionalità. Con 10 voti contrari e 10 voti favorevoli il parere non è passato in commissione affari costituzionali. È stato determinante il voto contrario di Mario Mauro, presidente del partito dei popolari e senatore del gruppo Grandi autonomie e libertà, che il 3 giugno aveva lasciato la maggioranza.
Il voto in Senato. L’esame del disegno di legge proseguirà nella commissione istruzione di palazzo Madama per l’esame degli emendamenti. Solo dopo il parere della commissione bilancio sulle coperture, comincerà il voto sui 2.200 emendamenti. Il testo finale passerà quindi al voto in aula, dove potrebbe arrivare tra il 22 e il 29 giugno. Ciò significa che l’approvazione definitiva della camera potrebbe arrivare solo a metà luglio.
Il disegno di legge sulla riforma della scuola, soprannominato la Buona scuola, non ha ottenuto il parere di costituzionalità dalla commissione affari costituzionali del senato. La votazione è finita dieci a dieci. È stato determinante il voto contrario di Mario Mauro, presidente del partito dei popolari e senatore del gruppo Grandi autonomie e libertà, che il 3 giugno aveva lasciato la maggioranza. La presidente della commissione, Anna Finocchiaro, del Partito democratico, ha votato a favore. I senatori del Nuovo centro destra (Gaetano Quagliariello, Andrea Augello e Salvatore Torrisi) non erano presenti in commissione.
In mattinata il gruppo del Pd al senato si era incontrato con la ministra dell’istruzione Stefania Giannini per cercare di trovare una mediazione che permettesse al provvedimento di passare. Le modifiche sul testo del provvedimento decise in quest’ultima settimana dovrebbero riguardare la valutazione e i poteri dei presidi, che verrebbero ulteriormente ridotti, anche per rendere immediatamente applicabile la riforma. Ora, dopo il voto della commissione bilancio sulle coperture, comincerà comunque il voto sui quasi duemila emendamenti.
Domenico Starnone su Internazionale ha rilevato il lirismo che, anteponendo l’aggettivo al sostantivo, accompagna la stessa designazione del progetto governativo La buona scuola, ora approvato alla camera. Leggi
Il disegno di legge della Buona scuola è arrivato a metà del suo iter parlamentare: licenziato dalla camera, dal 3 giugno è in discussione al senato. Non molto è cambiato dall’impostazione originaria, nonostante il gran numero di interventi in aula, di controproposte, di esplicite richieste di cambiamenti di singoli punti; nonostante lo sciopero del 5 maggio; e nonostante tra il 27 e il 28 maggio in commissione istruzione ci siano state più di quaranta audizioni. Considerato che aria tira, probabilmente anche in senato il dibattito riguarderà solo aspetti marginali. Leggi
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