Chi sono le vittime della strage nella redazione della rivista satirica francese
Luz, uno dei disegnatori della redazione di Charlie Hebdo sopravvissuti alla strage del 7 gennaio, ha annunciato che non disegnerà più vignette sul profeta Maometto: “Non m’interessa più”, ha detto Luz in un’intervista al settimanale francese Les Inrockuptibles.
L’umorismo è il rifiuto delle certezze. L’umorista è incerto, irresponsabile, solitario e non crede in nulla. Leggi
Durante il funerale del vignettista francese Tignous, ucciso nell’attacco alla redazione di Charlie Hebdo del 7 gennaio, l’attore e disegnatore Christophe Alévêque ha cantato la canzone Bella ciao in italiano.
I funerali di Wolinski, uno dei disegnatori uccisi nella strage della redazione di Charlie Hebdo, si terranno domani a Parigi. I funerali si svolgeranno in forma privata.
È prevista la cremazione al cimitero di Père-Lachaise, alla quale seguirà la sepoltura nel cimitero di Montparnasse. Le Figaro
Una scia di morte unita a un grande amore per la vita e per gli esseri umani, nascosto da un’irriverenza anarcoide spinta a oltranza, strumento di una necessità interiore, irreprimibile, di verità. Opposti che si uniscono. In questo si può sintetizzare l’approccio al fumetto di Georges Wolinski e del suo grande amico fraterno Jean-Marc Reiser. Leggi
Bernard Maris, economista della Banca di Francia, era alla riunione di redazione di Charlie Hebdo del 7 gennaio. A morire sotto i colpi degli attentatori è stato anche lui, l’Oncle Bernard, autore di una rubrica sulla rivista satirica, in cui spiegava gli arcani della finanza. Leggi
Sul prossimo numero di Charlie Hebdo, che uscirà il 14 gennaio, ci saranno “ovviamente” ancora vignette su Maometto e satira su politica e religione. Lo ha annunciato alla radio France Info Richard Malka, legale della rivista attaccata il 7 gennaio. “Lo spirito di ‘Je suis Charlie’ vuol dire anche diritto alla blasfemia”, ha aggiunto Malka.
Il numero in preparazione, che sarà chiuso stasera, uscirà con una tiratura di un milione di copie e sarà tradotto in sedici lingue. Le Figaro
Febbraio 2006. La riunione di redazione del settimanale satirico francese Charlie Hebdo per discutere della copertina e delle vignette su Maometto pubblicate poco tempo prima dal quotidiano danese Jyllands-Posten. Il video, pubblicato dal New York Times, mostra l’atmosfera e le preoccupazioni politiche ed editoriali dei giornalisti e dei disegnatori del giornale. Oggi tre dei protagonisti del video sono morti, uccisi nella strage del 7 gennaio: Jean “Cabu” Cabut, Bernard “Tignous” Verlhac e Georges Wolinski. Leggi
Laurent Léger è un giornalista di Charlie Hebdo. Era in redazione al momento dell’irruzione e del massacro dei suoi colleghi. Il suo racconto, in francese, in un’intervista radiofonica all’emittente Europe 1. Leggi
Il racconto di Julien Beaupé, direttore di postproduzione dell’agenzia Premières Lignes, che si trovava nell’edificio accanto a Charlie Hebdo quando c’è stato l’attacco contro il settimanale. È accorso subito nella redazione per dare i primi soccorsi. Leggi
“Stéphane era un monaco soldato, lavorava sempre: se Charlie sparisse domani sarebbe come ucciderlo di nuovo”, ha detto in un’intervista a Bfm tv Jeannette Bougrab, ex sottosegretaria di stato alla gioventù e compagna di Stéphane Charbonnier, Charb, il direttore di Charlie Hebdo ucciso il 7 gennaio.
A Tf1 ha detto: “Sapeva di dover morire, viveva nella paura. Ha pagato con la sua vita ma è morto in piedi per difendere i valori della laicità. Riceveva minacce, messaggi anonimi su internet, lo accusavano di essere islamofobo, di essere razzista, di sfruttare la generosità dei lettori per raccogliere soldi, lo accusavano di tutto. Nessuno lo ha difeso. La repubblica è colpevole. Questa strage poteva essere evitata”.
Una delle domande che mi sono posto mentre seguivo l’attacco contro Charlie Hebdo è stata: “Come gestisco questa notizia con le mie figlie?”. Da un paio d’anni infatti abbiamo l’abitudine di seguire insieme il telegiornale e di discutere insieme le notizie, in particolare i fatti di cronaca, che sembrano colpirle di più. Sono del parere che la verità non vada nascosta e che siano abbastanza mature per conoscere, seppure in modo mediato, anche gli aspetti meno gradevoli del mondo nel quale vivono. Leggi
La redazione è temporaneamente ospite del quotidiano Libération: il settimanale satirico sarà in edicola il 14 gennaio.
Philippe Honoré aveva 73 anni ed è morto poco dopo l’attentato del 7 gennaio contro Charlie Hebdo, in cui era rimasto ferito. È suo l’ultimo disegno twittato dall’account del settimanale pochi minuti prima dell’irruzione dei due killer.
Autodidatta, Honoré aveva pubblicato il suo primo disegno a 16 anni sul quotidiano Sud-Ouest e poi aveva collaborato con Magazine littéraire, Le Monde, Libération, Les Inrockuptibles. Dal 1992 le sue vignette apparivano su Charlie Hebdo. Il vignettista Plantu lo descrive come “un arrabbiato, ma un arrabbiato educato e dolce. Tutta la rabbia restava nel suo disegno”. Le Monde
L’avvocato di Charlie Hebdo, Richard Malka, ha confermato che il nuovo numero del settimanale uscirà regolarmente la prossima settimana. Andrà in stampa un milione di copie, ha aggiunto Malka. La tiratura media di Charlie Hebdo è attorno alle 45mila copie. Le Monde
“Emozione, incredulità, ma anche ribellione e determinazione: le parole fanno fatica a esprimere l’ondata di shock che attraversa la Francia il giorno dopo l’attacco terroristico contro Charlie Hebdo. Uno shock che ci riporta, fatte le dovute proporzioni, a quello provato l’11 settembre 2001 dall’intero pianeta”. Il direttore di Le Monde Gilles Van Kote ha scritto questo editoriale per l’edizione del quotidiano in edicola oggi pomeriggio. Leggi
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