Proprio mentre entra nel suo ultimo anno di mandato, il presidente peruviano Ollanta Humala è nel pieno di una crisi di governo che lo costringe a nominare entro il 2 aprile un nuovo primo ministro, il settimo in quattro anni, e un nuovo governo, anche se gli attuali ministri potrebbero essere riconfermati.
Il 31 marzo il congresso peruviano ha infatti votato una mozione di sfiducia nei confronti della prima ministra, Ana Jara, accusata di essere coinvolta in attività di spionaggio nei confronti di esponenti dell’opposizione (politici, giornalisti, militari e imprenditori). I servizi segreti, che avrebbero messo in atto questo piano, sono sotto la sua responsabilità, scrive il quotidiano di Lima La República.
Humala, che deve decidere se arrivare a un rimpasto di governo, ha però difeso la prima ministra, che fa parte del suo stesso partito, il Partito nazionalista peruviano: “Mi dispiace molto che si sia arrivati a questo. Lo rispetto perché fa parte del gioco democratico, ma lo considero ingiusto. Quello che dovrebbe preoccuparci è la situazione del paese e queste decisioni, che considero atti di irresponsabilità da parte del congresso, lo destabilizzano e mettono a rischio gli investimenti”, ha detto Humala. Il presidente ha infine criticato chi ha votato la sfiducia, affermando che non aveva l’autorità morale per farlo.
Il nuovo primo ministro dovrà essere votato e approvato dal parlamento, in cui però Humala non ha la maggioranza. Se il nuovo premier non otterrà i voti necessari, il presidente potrebbe indire elezioni anticipate.
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