A ottobre il ministero dell’istruzione ha presentato un protocollo d’intesa con sedici aziende per l’alternanza scuola-lavoro nel triennio delle superiori, una disposizione prevista dalla riforma della Buona scuola. Un progetto dalle finalità educative poco chiare, che sembra promuovere solo la necessità di adattarsi al mondo del lavoro attuale, rinunciando a qualsiasi spirito critico o possibilità di trasformazione. Leggi
Quando s’insediò al governo nel febbraio del 2013 Matteo Renzi volle da subito chiarire che la priorità per il suo esecutivo sarebbe stata la scuola. Ha continuato a ripeterlo in moltissime occasioni, facendo nel frattempo approvare una riforma in parlamento, la cosiddetta Buona scuola. Cos’è che non va? Cos’è che potrebbe andare meglio? Quali sono le urgenze e le ambizioni di una politica dell’educazione oggi in Italia? Leggi
Le scuole riaprono in tutta Italia tra il 14 e il 16 settembre. Nel frattempo è stata approvata la riforma della scuola che ha introdotto diversi cambiamenti, alcuni dei quali molto criticati. Chi non è addetto ai lavori, perciò, troverà utile sapere perché si parla di deportazioni, cos’è un organico rafforzato, quali sono le preoccupazioni dei professori. Leggi
Ventitremila maestre della scuola materna. Dai venti ai trentamila supplenti annuali. Più le migliaia di abilitati entrati in graduatoria fuori tempo massimo per mano del giudice. Senza contare le decine di migliaia di iscritti alle liste d’attesa d’istituto. È abbastanza nutrita la schiera dei precari rimasti dopo il piano straordinario di assunzioni della Buona scuola. Leggi
A tre giorni dalla chiusura delle domande per il piano straordinario di assunzioni abbinato dal governo alla riforma della scuola, è evidente nei numeri quel che era scritto nel mondo della scuola, a caratteri cubitali, da decenni: la maggior parte dei precari da assumere sta al sud, mentre gli insegnanti servono di più al nord. E non è – stavolta – colpa di Renzi. Leggi
Il disegno di legge La buona scuola, il cui testo è stato modificato con il maxiemendamento che secondo il governo viene incontro alle richieste di modifica presentate dall’opposizione, è stato approvato dalla camera con 277 voti a favore e 173 contrari. Ecco cosa prevede la nuova norma. Leggi
La riforma della buona scuola ha superato il primo esame, quello del senato. L’aula di palazzo Madama ha confermato con ampio margine la fiducia al governo sul maxiemendamento presentato due giorni fa in commissione dai due relatori del disegno di legge: Francesca Puglisi del Partito democratico e Franco Conte di Area popolare. Il provvedimento verrà discusso alla camera il 7 luglio e l’approvazione definitiva dovrebbe avvenire entro pochi giorni, visto che a Montecitorio l’esecutivo può contare su una larga maggioranza.
Anche al senato, intanto, i numeri hanno accordato un buon margine al governo di Matteo Renzi. I voti a favore sono stati 159, quelli contro 112. Nessuno si è astenuto. La maggioranza ha tenuto – come era previsto – e il Partito democratico ha votato per l’approvazione quasi senza defezioni della sua minoranza interna. Solo i senatori Roberto Ruta, Walter Tocci, Corradino Mineo e Felice Casson sono usciti dall’aula.
La decisione di porre la fiducia sulla riforma, vincolandone l’apporvazione alla tenuta dell’esecutivo, ha quindi funzionato. Questa scelta, però, ha provocato forti proteste da parte delle opposizioni durante tutta la seduta. Le dichiarazioni di voto, la chiama dei senatori e la lettura del risultato del voto da parte del presidente Pietro Grasso sono state accompagnate da fischi e urla.
Intanto tra flash mob e sit-in di protesta, il mondo della scuola contrario alla riforma si è mobilitato per tutto il giorno. Un gruppetto di insegnanti è riuscito ad arrivare fin sotto a palazzo Madama, il cui ingresso è stato blindato da un cordone di forze dell’ordine.
Oggi dalle 16 il senato vota la fiducia al governo sul disegno di legge La buona scuola, il cui testo è stato modificato con il maxiemendamento presentato due giorni fa e che secondo il governo viene incontro alle richieste di modifica presentate dall’opposizione. Ecco cosa prevede il disegno di legge. Leggi
Partiamo dai contenuti della legge, così come sono articolati nel maxiemendamento presentato alla proposta di riforma della scuola. Su tutte queste materie il governo chiede una delega in bianco per poter riformare, nei fatti, l’intera scuola senza rispondere a nessuno. Leggi
Alla fine siamo arrivati alla prova di forza. Complici i deludenti risultati elettorali e il conflitto interno al Partito democratico, la riforma della scuola approda al voto in senato in un clima di scontro frontale. Ed è ormai seriamente a rischio. Leggi
È cominciata la seduta della commissione istruzione del senato che deve esaminare il disegno di legge conosciuto come la Buona scuola. È stato depositato il testo di sintesi dei relatori, Franco Conte e Francesca Puglisi.
E adesso, povera buona scuola? Con un occhio alla tv e un altro ai social network, i senatori incaricati di votare la riforma del sistema scolastico sono piombati in una situazione di stallo totale. Mentre la commissione bilancio, al rallentatore, prosegue nelle analisi delle compatibilità economiche, la commissione cultura prende tempo. Leggi
Il presidente del consiglio Matteo Renzi, intervenendo a Porta a porta, ha minacciato di far slittare al 2016 la riforma della scuola, e insieme alla riforma, anche l’assunzione di centomila precari contenuta nel disegno di legge.
Renzi ha accusato le opposizioni di aver proposto troppi emendamenti e in questo modo di aver rallentato i tempi di approvazione della legge. Il termine per approvare la legge in modo che possa essere applicata dal prossimo anno scolastico che comincia il 1 settembre è il 30 giugno.
Dopo l’annuncio di Renzi, in serata, è arrivata una nota del Partito democratico che chiede alla minoranza del Pd di ritirare tutti gli emendamenti presentati in modo da permettere l’approvazione della legge in senato nei prossimi tre giorni.
“Nei prossimi tre giorni la minoranza può lavorare a togliere o ridurre gli emendamenti in commissione per consentire alla riforma di essere approvata nei tempi stretti che ci sono” e dunque procedere alle assunzioni dei precari”, c’è scritto nella nota.
“Renzi accetta l’idea di riaprire il confronto con il mondo della scuola. È una scelta giusta. La riforma va fatta con insegnanti e studenti”, ha commentato su Twitter l’ex capogruppo del Pd alla camera Roberto Speranza. Mentre il presidente della commissione istruzione del senato, il renziano Andrea Marcucci aggiunge che “se il ddl ha raccolto tante ostilità, molte ingiustificate, è una buona idea quella di rifare il punto con una conferenza nazionale aperta a tutti, e non ristretta a qualche vertice di Palazzo. A luglio il testo dell’esecutivo sarà nelle condizioni di ripartire, magari con qualche consenso in più e qualche emendamento in meno”.
Durissima la reazione delle opposizioni da Sel al Movimento 5 stelle. “Abbiamo chiesto decine di volte lo stralcio della parte relativa alla stabilizzazione dei docenti precari, dicendo che avremmo votato anche noi subito un decreto per la loro assunzione “, attacca Nicola Fratoianni coordinatore nazionale di Sel . “Renzi non provi neanche a buttare la responsabilità dell’incapacità del governo sulle opposizioni e sul parlamento”, aggiunge.
L’approvazione del disegno di legge era prevista per metà giugno, invece sono cominciate le votazioni degli emendamenti in commissione cultura al senato solo ieri.
“Quest’anno con tremila emendamenti in commissione non si riesce ad assumere i centomila precari a settembre. Le scelte dell’opposizione hanno come conseguenza che il provvedimento non riuscirà a entrare in vigore in tempo per settembre”, ha annunciato il presidente del consiglio Matteo Renzi a Porta a porta.
“Faccio tesoro del suggerimento di Lula: se sei convinto di aver ragione ma hai l’opinione pubblica contro fai una conferenza nazionale, racconti la tua proposta, ascolti le critiche e poi decidi. A inizio luglio faccio una conferenza sulla scuola, sento tutti, dai sindacati alle famiglie per un giorno e dopo si decide”, ha detto Matteo Renzi.
Sono ore decisive non solo per i 490mila studenti alla vigilia della maturità, ma anche per la riforma della scuola. La commissione cultura del senato è convocata per la notte prima degli esami, cioè alle 20.30 del 16 giugno. Dagli slogan iniziali della Buona scuola in dodici punti, al disegno di legge approvato in consiglio dei ministri, al testo che la camera ha corretto e trasmesso al senato, molti sono gli oggetti smarriti e molti quelli assai cambiati. Leggi
La riforma scolastica del governo Renzi soprannominata la Buona scuola – contestata dai principali sindacati, da studenti e professori – dopo aver ricevuto l’approvazione della camera, si trova in commissione in sede referente al senato. La commissione Istruzione e beni culturali, competente in materia scolastica, sta discutendo il disegno di legge articolo per articolo e trasmetterà poi il testo finale all’assemblea di palazzo Madama per il voto. Ecco l’iter legislativo del disegno di legge:
Camera dei deputati. Il disegno di legge 1934 di riforma della scuola, presentato dal governo il 27 marzo, è stato approvato dalla camera dei deputati il 20 maggio 2015, con 316 sì, 137 no e un astenuto. Tra i gruppi parlamentari che si sono espressi a favore della riforma ci sono stati il Partito democratico, Area popolare, Scelta civica, Per l’Italia-Centro democratico, Partito socialista italiano, minoranze linguistiche. Tra i contrari il Movimento 5 stelle, Forza Italia, Lega nord; Sinistra, ecologia e libertà; Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale e Alternativa libera.
Commissione istruzione. Dopo la prima approvazione alla camera, il disegno di legge è stato assegnato alla settima commissione permanente, Istruzione pubblica e beni culturali del senato in sede referente il 22 maggio 2015. Prima di passare all’esame dell’aula del senato, sono richiesti i pareri delle commissioni affari costituzionali, giustizia, affari esteri, bilancio, finanze, lavori pubblici, agricoltura, industria, lavoro e sanità, ambiente, Unione europea, questioni regionali.
Parere di costituzionalità. Il 9 giugno il disegno di legge non ha ottenuto il parere di costituzionalità. Con 10 voti contrari e 10 voti favorevoli il parere non è passato in commissione affari costituzionali. È stato determinante il voto contrario di Mario Mauro, presidente del partito dei popolari e senatore del gruppo Grandi autonomie e libertà, che il 3 giugno aveva lasciato la maggioranza.
Il voto in Senato. L’esame del disegno di legge proseguirà nella commissione istruzione di palazzo Madama per l’esame degli emendamenti. Solo dopo il parere della commissione bilancio sulle coperture, comincerà il voto sui 2.200 emendamenti. Il testo finale passerà quindi al voto in aula, dove potrebbe arrivare tra il 22 e il 29 giugno. Ciò significa che l’approvazione definitiva della camera potrebbe arrivare solo a metà luglio.
Il disegno di legge sulla riforma della scuola, soprannominato la Buona scuola, non ha ottenuto il parere di costituzionalità dalla commissione affari costituzionali del senato. La votazione è finita dieci a dieci. È stato determinante il voto contrario di Mario Mauro, presidente del partito dei popolari e senatore del gruppo Grandi autonomie e libertà, che il 3 giugno aveva lasciato la maggioranza. La presidente della commissione, Anna Finocchiaro, del Partito democratico, ha votato a favore. I senatori del Nuovo centro destra (Gaetano Quagliariello, Andrea Augello e Salvatore Torrisi) non erano presenti in commissione.
In mattinata il gruppo del Pd al senato si era incontrato con la ministra dell’istruzione Stefania Giannini per cercare di trovare una mediazione che permettesse al provvedimento di passare. Le modifiche sul testo del provvedimento decise in quest’ultima settimana dovrebbero riguardare la valutazione e i poteri dei presidi, che verrebbero ulteriormente ridotti, anche per rendere immediatamente applicabile la riforma. Ora, dopo il voto della commissione bilancio sulle coperture, comincerà comunque il voto sui quasi duemila emendamenti.
La camera dei deputati vota oggi il testo finale del disegno di legge sulla riforma della scuola, presentato dal governo il 27 marzo e dal 14 maggio sottoposto ad alcuni emendamenti.
Dopo il voto il provvedimento passerà al senato, dove non sono previste modifiche sostanziali, anche se qualche aggiustamento è ancora possibile. I sindacati intanto hanno annunciato per oggi nuove manifestazioni.
Il testo finale è molto diverso da quello proposto all’inizio dell’iter legislativo. Ecco alcune delle modifiche più importanti.
È stata sospesa la seduta della camera dei deputati, impegnata nella votazione degli emendamenti al disegno di legge di riforma della scuola. Accantonato l’articolo 24 perché collegato al 10, quello sul piano di assunzioni, che è stato a sua volta sospeso in attesa del parere della commissione bilancio. L’aula riprenderà i lavori alle 21. Sono 27 gli articoli del provvedimento, il voto finale è previsto per domani alle 13. Askanews
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