A differenza di Bob Marley o James Brown, Fela Anikulapo Kuti non ha lasciato canzoni che possano tramandare una memoria distratta o banalmente popolare della sua opera. Non c’è un no woman no cry e neppure un sex machine dentro i molti dischi usciti a suo nome tra gli anni sessanta e ottanta, i quali invece sono costruiti tutti allo stesso modo: un solo pezzo per ogni facciata lungo tra i venti e i trenta minuti. Leggi
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