Qualcuno in Banca d’Italia la chiama “la guerra dei sette anni”. Nel testo della Relazione annuale sul 2014 si parla di doppia recessione. Comunque lo si voglia chiamare, certo è che il periodo tra il 2007 e il 2014 ci ha lasciato una pesante eredità. Adesso siamo di fronte a una piccola ripresa, più timida in Italia che altrove. Leggi
Il governatore della banca d’Italia Ignazio Visco è intervenuto nell’assemblea annuale della banca centrale italiana con delle considerazioni finali e ha commentato i dati sulla crescita italiana e le riforme attuate dal governo.
Crescita. La crescita c’è stata e dovrebbe consolidarsi anche nei prossimi trimestri. “La ripresa avviata nel nostro paese nel primo trimestre di quest’anno dovrebbe consolidarsi in quello in corso e nei prossimi”, ha detto Visco nelle considerazioni finali all’assemblea degli azionisti. “Il 2014 è stato un anno di forti cambiamenti per le decisioni di politica economica e monetaria, in Italia per l’accelerazione dello sforzo di riforma. È stato un anno di scelte impegnative i cui primi risultati, importanti ma fragili, vanno difesi con determinazione”, ha sottolineato il governatore.
Riforme. Per Visco le riforme sono state avviate ma è necessario consolidarle. In Italia “è stata avviata un’azione di riforma, riconosciuta a livello internazionale”, ha detto Visco. “Per non deludere le aspettative di cambiamento occorre allargarne lo spettro e accelerarne l’attuazione. In alcuni casi i benefici non sono immediati, ma questo è un motivo in più per agire, con un disegno organico e coerente”. Per legge non si produce ricchezza e non si creano posti di lavoro ma si può, anzi si deve, intervenire dove il mercato incontra i suoi limiti aiutando a generare sviluppo economico. “La politica monetaria da sola non può garantire una crescita duratura”, ha detto Visco secondo cui “il sostegno alla domanda aggregata che deriva dalla politica monetaria non è un’alternativa alle riforme, ma consente di accelerarle e di assorbirne più agevolmente i costi di breve periodo”.
Jobs act. Per il governatore della banca d’Italia è ancora presto per dare un giudizio sulla recente riforma del lavoro. “La dinamica dell’occupazione riflette ancora la debolezza della domanda e gli ampi margini di capacità produttiva inutilizzata”. Visco ha definito un “segnale positivo” la forte espansione delle assunzioni a tempo indeterminato nei primi mesi del 2015, favorita anche dai “consistenti sgravi fiscali, in vigore da gennaio”. Il governatore ha sottolineato il rischio che la ripresa “non sia in grado di generare occupazione nella stessa misura in cui è accaduto in passato all’uscita da fasi congiunturali favorevoli”.
Pensioni. Secondo Visco, “grazie agli interventi di riforma del sistema pensionistico pubblico, più che in altri paesi europei la sostenibilità di lungo periodo della finanza pubblica può essere garantita”.
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