Long form

La giusta misura.Il giornalismo non è tutta una questione di lunghezza

Tre giornalisti di magazine cartacei si sono confrontati sul futuro del giornalismo. L’appuntamento era al Cinema Apollo alle ore 11.00 di sabato 1 ottobre al Festival di Internazionale a Ferrara. I protagonisti sono stati Patrick de Saint-Exupéry del XXI, John R. MacArthur di Harper’s e Daniel Puntas Bernet di Reportagen con lo scrittore e insegnante Christian Raimo come moderatore.

La partita in gioco vede attualmente schierati il giornalismo on-line e il giornalismo sulla carta stampata. I lettori si stanno spostando via via dalla carta a internet e si portano dietro anche gli investimenti pubblicitari, mettendo in evidente crisi i giornali tradizionali. Il giornalismo on-line sembra andare contro l’approfondimento. Chi scrive per i blog non è portato a scrivere pezzi lunghi e anche i giornalisti tradizionali che stanno usando questo mezzo sembrano farsi corrompere.
“Credo che i giornalisti stiano impazzendo” ha affermato John R. MacArthur. C’è come una frenesia nell’aria che coinvolge tutti e porta a una “valanga informativa” che quando passa travolge e non lascia molto. Eppure diversi studi scientifici stanno dimostrando che la ritenzione di ciò che si legge su carta è maggiore rispetto all’on-line. L’attenzione migliora e ne giova la concentrazione e la voglia di proseguire. “Spero di diffondere il panico tra i genitori qui in sala” incalza John R. MacArthur che difende a spada tratta il suo modo di fare giornalismo.
Tra l’altro questa velocità e impazienza nei confronti delle notizie sul web sembra manifestarsi anche sulla pubblicità digitale che, come stanno confermando altri studi, non viene letta: “mi auguro che questo sia l’inizio della fine delle follie digitali che hanno fatto tanti danni al nostro mestiere” – auspica John R. MacArthur.
In questo panorama non solo resistono ma prosperano altre realtà. È il caso di Reportagen che, nato cinque anni fa, ha puntato tutto sulla carta stampata guadagnandosi la rispettabile fetta del 40% di pubblico sotto i trent’anni. Patrick de Saint-Exupéry sostiene che “l’obiettivo del giornalismo è offrire una rappresentazione del mondo”. Le notizie brevi tipiche del web non sono in grado di farlo: descrivono i fatti ma per comprendere cosa ci accade attorno abbiamo bisogno di andare oltre, di uscire dalla confusione e di aggiungere altri contenuti. E non è solamente la lunghezza degli articoli. Fumetti, infografiche e perfino i dati possono offrire soluzioni per raffigurare la realtà. L’importante è andare contro la semplificazione e non rinunciare mai alla complessità. L’approfondimento inoltre si accompagna con la democrazia che oggi è messa in pericolo “dal 75% di notizie che non sono da confondere con le informazioni”, sottolinea Daniel Puntas Bernet. Andare oltre la notizia offre alla gente la possibilità di reagire.

Non ultimo “leggere ci rende belli” sostiene Daniel Puntas Bernet. La lettura richiede impegno. Bisogna sedersi, prendersi del tempo, fermarsi e farsi coinvolgere dalla storia. E i migliori giornalisti sono gli scrittori: sanno immergere il lettore nel racconto e portarlo lontano.

Elisa Bianchi

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