Mers

La Corea del Sud considera terminata l’emergenza Mers.
La Corea del Sud considera terminata l’emergenza Mers. Il primo ministro Hwang Kyo-ahn ha dichiarato che è stata arginata l’epidemia di Sindrome respiratoria mediorientale, che ha causato la morte di 36 persone nel paese. Sono 23 giorni che non si registra nessuna nuova infezione. Ma secondo l’Organizzazione mondiale per la sanità, ne servono almeno 28 prima di poter dichiarare finita l’emergenza. Seul ha comunque confermato che le misure di prevenzione e controllo agli aeroporti rimarranno in vigore.
Altri due morti per la mers in Corea del Sud

Le autorità di Seoul hanno riferito che ci sono stati altri due decessi per la Sindrome respiratoria acuta mediorientale (mers), che fanno salire a 31 il numero delle vittime dell’epidemia. Le autorità hanno registrato anche un nuovo caso di contagio, che porta a 181 il numero delle persone che hanno contratto la malattina. Ci sono stati 81 casi di guarigione, mentre 69 persone sono ancora in cura, 13 sono in condizioni critiche. Intanto sono state messe in quarantena 2.931 persone.

Occhi puntati
Primo caso di mers in Thailandia

Le autorità sanitarie tailandesi hanno confermato il primo caso di mers, la sindrome respiratoria mediorientale, nel paese. A contrarre il virus è stato un uomo di 75 anni proveniente da un paese del Medio Oriente, che ha viaggiato per tutta la Thailandia con la famiglia. I tre familiari che lo accompagnavano sono stati posti sotto osservazione nell’ospedale Bamrasnaradura di Bangkok, specializzato in malattie infettive.

Nella sola Corea del sud, dove il virus si sta diffondendo rapidamente, sono già morte 23 persone e in 165 hanno già contratto l’infezione. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha sostenuto che la diffusione dell’epidemia in Corea del Sud è “una sveglia” e che la mancanza di consapevolezza sul virus tra gli operatori sanitari e i cittadini contribuisce a una rapida diffusione della sindrome.

Altri tre morti a causa della mers in Corea del Sud

Altre tre persone sono morte in Corea del Sud per la sindrome respiratoria acuta mediorientale da coronavirus, o mers. Il bilancio delle vittime dell’epidemia nel paese asiatico è così salito a 23 morti. Si tratta di un dato preoccupante, perché il governo di Seoul aveva dichiarato nei giorni scorsi di ritenere superato il picco delle infezioni.

Il numero di persone la cui infezione è stata accertata è al momento 165, tra cui 17 in condizioni instabili che rischiano di non essere salvati. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha sostenuto che la diffusione dell’epidemia in Corea del Sud è “una sveglia” e che la mancanza di consapevolezza sul virus tra gli operatori sanitari e i cittadini contribuisce a una rapida diffusione della sindrome.

Un tedesco muore per la mers

In Germania, un uomo di 65 anni è morto per le complicazioni di un’infezione di mers. Aveva contratto il virus a febbraio, durante un viaggio nella penisola araba ed è morto il 6 giugno per un problema polmonare. Lo ha annunciato oggi l’autorità sanitaria della Bassa Sassonia.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’epidemia di mers in Corea del Sud è vasta e complessa

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha fatto sapere che la diffusione del virus mers (sindrome respiratoria mediorientale) in Corea del Sud è “vasta e complessa” e sono attesi nuovi contagi. Gli esperti hanno sottolineato di non avere trovato prove di una ulteriore trasmissione del virus nella società, ma hanno esortato il governo di Seoul a mantenere un’alta vigilanza. Le dichiarazioni dell’Oms sono state fatte in una conferenza stampa dove sono state esposte le conclusioni di un’indagine durata una settimana.

Finora il virus ha contagiato in tutto 140 persone, quattordici delle quali sono morte. Circa 2.900 scuole sono state chiuse e 3.680 persone sono state messe in isolamento. Si tratta della più grave epidemia registrata fuori dall’Arabia Saudita, dove il virus è stato individuato per la prima volta sugli esseri umani nel giugno del 2012.

È salito a tredici il numero dei morti per la mers in Corea del Sud

È salito a 13 il numero dei decessi causati dalla mers in Corea del Sud. Lo hanno riferito le autorità di Seoul, sottolineando comunque una diminuzione del numero di nuovi casi. Nel paese asiatico il virus ha colpito in tutto 126 persone, mentre il numero dei pazienti in quarantena è sceso da 3.800 a 3.600. Il paziente zero è stato identificato in un 68enne reduce da un viaggio in Arabia Saudita, principale focolaio della malattia, ricoverato il 20 maggio scorso.

Dal 2012 a oggi si sono registrati nel mondo 1.076 casi di sindrome respiratoria mediorientale da coronavirus, o mers, con 426 decessi: il microrganismo è considerato un “cugino” più letale ma meno contagioso del virus responsabile della ars, che nel 2003 provocò oltre 800 morti in tutto il mondo.

Sindrome mediorientale

Il presidente della Corea del Sud, Park Geun-hye, ha cancellato una sua visita ufficiale negli Stati Uniti dopo l’annuncio della nona vittima nel paese dell’epidemia di sindrome respiratoria mediorientale (mers), che in un mese ha già contagiato 109 persone. Leggi

Che cos’è la mers, la sindrome respiratoria mediorientale

La Middle East respiratory syndrome (mers), sindrome respiratoria mediorientale da coronavirus, è una patologia causata dal coronavirus Mers-Cov. Finora ha colpito soprattutto alcuni paesi del Medio Oriente.

Che cosa sono i coronavirus? Si tratta di virus a rna positivo individuati per la prima volta negli anni sessanta, sono stati chiamati così per la loro forma “a corona”, nell’osservazione al microscopio elettronico. Causano infezioni respiratorie sia negli esseri umani sia negli animali. Alcuni provocano banali raffreddori, ma è un coronavirus anche quello della sars (Sindrome acuta respiratoria grave), una forma atipica di polmonite, che nel 2003 ha causato 775 morti nel mondo.

Che sintomi danno le infezioni del coronavirus della mers? E come si curano? Ci sono poche informazioni sui sintomi. Nei casi confermati la malattia ha provocato febbre, tosse e difficoltà respiratorie anche gravi. Non è chiaro se il virus possa circolare in forma più leggera causando sintomi meno forti. Non esistono cure specifiche, l’unica forma di trattamento è il ricovero in ospedale per alleviare i disturbi respiratori che può provocare.

Come avviene il contagio e perché il virus somiglia alla sars? Il primo caso di morte da mers è stato registrato in Arabia Saudita nel giugno 2012. Finora tutte le persone a cui è stata diagnosticata la malattia fuori dal Medio Oriente avevano da poco visitato l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti o il Qatar. Il virus viene trasmesso per contatto prolungato e in particolare sembra diffondersi negli ambienti sanitari come gli ospedali, come era avvenuto anche per la sars. Gli epidemiologi sostengono che i virus della mers è quello della sars sono piuttosto simili. Probabilmente il virus della sars si è sviluppato nei pipistrelli e mutando sarebbe poi passato agli esseri umani. Le persone che hanno avuto la sars hanno dimostrato di avere nel sangue anticorpi attivi anche per la mers. Nel caso della mers, però, l’Organizzazione mondiale della sanità ha escluso che la malattia sia trasmessa dagli animali agli esseri umani, ma ha confermato che il contagio avviene per contatto prolungato con persone infette.

Ottantasette casi di mers in Corea del Sud, 2.300 persone in quarantena

Sei persone sono morte in Corea del Sud per aver contratto il virus mers (sindrome respiratoria mediorientale). L’ultimo decesso, un uomo di ottant’anni, è avvenuto l’8 giugno a Daejeon, 140 chilometri a sud di Seoul. Sono in tutto 87 le persone che hanno contratto la malattia. Si tratta dell’epidemia di mers più grave in un paese non mediorientale. Più di 2.300 persone sono state messe in quarantena e quasi 1.900 scuole sudcoreane sono state chiuse.

La sindrome respiratoria mediorientale è causata da un tipo di coronavirus, lo stesso genere di virus a cui appartiene la sars (sindrome acuta respiratoria grave). Il primo caso di morte da mers è stato registrato in Arabia Saudita nel giugno 2012. La malattia si manifesta con febbre, tosse e difficoltà respiratorie, e in alcuni casi anche con polmonite e insufficienza renale.

Secondo gli esperti, il virus si trasmette attraverso un contatto diretto e non per via aerea. Il tasso di mortalità è del 36 per cento e non esiste ancora un vaccino o una terapia specifica. Oltre all’Arabia Saudita e alla Corea del Sud, altri casi sono stati registrati in altri paesi mediorientali, tra cui Giordania, Kuwait, Oman, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Yemen e Libano.

In Corea del Sud il primo caso di mers è stato quello di un uomo che si è ammalato durante un viaggio in Arabia Saudita, nel maggio del 2015. Il governo e le autorità sanitarie sudcoreane sono state criticate per la poca trasparenza con cui hanno affrontato l’epidemia, spesso tenendo la popolazione all’oscuro dei nuovi casi di contagio.

Con un ritardo di due settimane il governo sudcoreano ha pubblicato la lista dei 24 ospedali in cui sono ricoverati i pazienti affetti dal virus, la maggior parte dei quali si trovano a Seoul e nella provincia di Gyeonggi. Il sindaco di Seoul, Park Won-soon, ha accusato il governo di non aver fornito abbastanza informazioni sul virus ai cittadini. Il ministro della salute Moon Hyung-pyo ha però risposto di non voler creare panico nella popolazione. Secondo il vicepremier Choi Kyung-hwan non ci sono ragioni per temere che il virus possa ulteriormente diffondersi nel paese.

Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità, i nuovi casi registrati in Corea del Sud hanno fatto salire il bilancio degli infetti di mers in tutto il mondo a 1.236, tra questi i decessi sono almeno 445.

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