Eddy Cue, vicepresidente del settore software e servizi della Apple, ha criticato su Twitter Steve Jobs: man in the machine, il documentario sulla vita del fondatore dell’azienda di Cupertino, morto il 5 ottobre 2011 all’età di 56 anni: “Molto deluso da Sj: man in the machine. Un ritratto impreciso e meschino del mio amico. Non somiglia allo Steve che conoscevo”.
Una presa di posizione simile, fa notare il Guardian, è rara da parte di un manager della Apple, un’azienda che di solito controlla molto la sua comunicazione pubblica.
Man in the machine, diretto da Alex Gibney, è un ritratto di Steve Jobs che potrebbe non piacere ai fan della Apple, perché mostra diversi aspetti contraddittori della personalità dell’imprenditore: lo dipinge come un uomo geniale, talentuoso, ma anche arrogante e privo di empatia verso il prossimo.
Nel film viene anche mostrato l’incidente del prototipo dell’iPhone 4, dimenticato nel 2010 in un bar da un dipendente della Apple e venduto a un giornalista del sito Gizmodo, che pubblicò in anteprima le foto e una recensione del telefono. Jobs, per ritorsione, fece mandare la polizia nell’appartamento di Jason Chen, l’autore dell’articolo.
Secondo Eddy Cue, nessuno dei film e dei libri sulla vita di Steve Jobs usciti finora ha ritratto in modo fedele il fondatore della Apple.
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