Il 4 luglio un tribunale norvegese hanno inflitto la pena massima di trent’anni di carcere all’autore della sparatoria avvenuta poco prima del Pride di Oslo due anni fa.
Nella notte tra il 24 e il 25 giugno 2022, durante la settimana del Pride, Zaniar Matapour, norvegese di origine iraniana, ha aperto il fuoco in due bar gay della capitale, uno dei quali era affollato, uccidendo due persone. Altre nove persone sono rimaste ferite e il Pride è stato annullato.
Matapour, 45 anni, aveva giurato fedeltà al gruppo Stato islamico, ed è stato giudicato colpevole di “terrorismo aggravato”. Non c’è “alcun dubbio che l’attacco abbia avuto come obiettivo gli omosessuali”, ha dichiarato il tribunale di Oslo nel suo verdetto. “L’obiettivo era uccidere il maggior numero possibile di persone della comunità lgbtq+ e instillare un sentimento di terrore tra gli omosessuali”.
L’autore è stato inoltre condannato a pagare più di cento milioni di corone (8,8 milioni di euro) di risarcimento alle parti civili. Fermato da alcuni passanti subito dopo la sparatoria, Matapour non ha mai spiegato i suoi motivi e si è dichiarato non colpevole.
Sebbene non ci fossero dubbi sul fatto che fosse stato l’autore della sparatoria, c’erano ancora dei punti interrogativi sulla sua responsabilità penale. La difesa ha sostenuto che Matapour, che aveva sofferto in passato di schizofrenia paranoide, avrebbe potuto essere giudicato incapace di intendere e di volere. La questione della sua salute mentale ha diviso gli esperti che lo hanno seguito durante la detenzione. Se il tribunale avesse seguito questa linea, Matapour sarebbe stato internato in una struttura psichiatrica.
“La corte ritiene che Matapour abbia compreso pienamente ciò che stava facendo prima e durante l’attacco”, è scritto nella sentenza.