I ribelli huthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, hanno rivendicato il 16 e il 17 marzo due attacchi contro una portaerei statunitense nel mar Rosso e annunciato futuri attacchi contro navi da carico statunitensi in risposta ai raid condotti da Washington.
Il leader degli huthi, Abdel Malek al Huthi, ha invitato gli yemeniti a riunirsi “a milioni” il 17 marzo per protestare contro i raid che il 15 marzo hanno colpito Sanaa, la capitale dello Yemen, uccidendo 53 persone, tra cui cinque bambini, e ferendone 98, secondo fonti locali. I raid hanno colpito anche la regione settentrionale di Saada e la città di Radaa, nel centro del paese.
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Il 16 marzo gli huthi, che controllano ampie zone dello Yemen, tra cui la capitale, hanno affermato di aver lanciato diciotto missili e un drone contro la portaerei statunitense Uss Harry Truman e le navi da guerra che l’accompagnano nel mar Rosso settentrionale.
Il 17 marzo hanno rivendicato un secondo attacco contro la portaerei con droni e missili balistici e da crociera.
Washington non ha confermato questi attacchi.
Secondo alcuni mezzi d’informazione degli huthi, gli Stati Uniti hanno condotto dei nuovi attacchi nella notte tra il 16 e il 17 marzo, prendendo di mira una fabbrica nella regione occidentale di Hodeida e il ponte di comando della Galaxy Leader, una nave catturata dai ribelli più di un anno fa.
Lo United States central command (Centcom) si è limitato a dire che “è in corso un’operazione contro i terroristi huthi sostenuti dall’Iran”, senza fornire ulteriori dettagli.
Le Nazioni Unite hanno invitato gli Stati Uniti e gli huthi ad “astenersi da qualunque azione che possa aggravare la situazione”.
La reazione di Teheran
Il 15 marzo il presidente statunitense Donald Trump aveva promesso “l’inferno” ai “terroristi huthi”, intimando all’Iran di smettere di sostenere i ribelli, che dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza hanno condotto un gran numero di attacchi contro le navi nel mar Rosso.
I raid statunitensi del 15 marzo, che hanno preso di mira le roccaforti dei ribelli nello Yemen in risposta ad alcune minacce contro il commercio marittimo e Israele, hanno causato la morte di “vari leader huthi”, ha dichiarato il 16 marzo il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz.
L’Iran ha definito i raid “barbari” e respinto le minacce di Trump.
Insieme al gruppo palestinese Hamas e a quello libanese Hezbollah, gli huthi fanno parte di quello che Teheran definisce “l’asse della resistenza” a Israele.