Jia Zhangke, il regista cinese vincitore del Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia nel 2006 con Still life, ha realizzato per Greenpeace il cortometraggio Smog journeys. Attraverso la vita di due famiglie - una di minatori della provincia di Hebei, l’altra appartenente alla classe media di Pechino - la pellicola denuncia gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute e sulla vita quotidiana dei cinesi.
Secondo una ricerca di Greenpeace condotta in Cina, oltre il 90 per cento delle città analizzate (190) supera i limiti consentiti relativamente alla concentrazione media annuale dei livelli di particolato ultrafine (PM2.5) nell’aria. Nel 2012 nella provincia di Hebei, che confina con l’area metropolitana di Pechino, sono stati consumati 313 milioni di tonnellate di carbone, e questa è stata la principale causa dello smog.
Nel 2015 i livelli d’inquinamento nella capitale cinese hanno già superato di venti volte il limite raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità: il livello di allerta inquinamento è stato portato al giallo, la visibilità è bassa e molti abitanti hanno dovuto indossare le mascherine per respirare. Il governo di Pechino ha annunciato che a partire da marzo sarà vietata la costruzione di nuovi impianti per centrali termiche, raffinerie, cementifici e acciaierie. Solo a Pechino, nel 2010, ci potrebbero essere state 2.349 morti legate all’inquinamento.
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