Sono almeno 50 le vittime dell’attentato del 2 giugno in Nigeria. Un ordigno nascosto sotto il banco di un macellaio è esploso in un mercato di bestiame di Maiduguri, la più importante città nel nordest del paese, frequentato ogni giorno da centinaia di persone. L’attacco non è stato ancora rivendicato, ma si sospetta il coinvolgimento dei jihadisti di Boko haram. Il governo ha proclamato un coprifuoco di 12 ore dopo la tragedia.

Proprio il 2 giugno Boko haram ha pubblicato un video sui social media, che mostrerebbe alcuni combattenti mentre sparano contro alcuni soldati nigeriani feriti e decapitano un uomo in abiti civili. Nel filmato non appare il leader Abubakar Shekau ma un altro membro del gruppo, che smentisce le dichiarazioni del governo nigeriano sui successi militari riportati dall’esercito regolare contro il movimento jihadista.

Nello scorso fine settimana Boko haram ha compiuto diversi attacchi a Maiduguri, uccidendo più di 30 persone. L’offensiva del gruppo è stata lanciata dopo che il 29 maggio il nuovo presidente Muhammadu Buhari si è insediato alla guida del paese. Buhari si è impegnato a fare della lotta al terrorismo una priorità della sua agenda e ha annunciato il trasferimento a Maiduguri del quartier generale delle operazioni militari per contrastare l’organizzazione terroristica con più efficacia.

L’insurrezione di Boko haram, che ha giurato fedeltà al gruppo Stato islamico, è cominciata nel 2009 e mira a fondare un califfato nel territorio nordorientale della Nigeria. A causa del conflitto finora sono morte circa 13mila persone e un milione e mezzo ha dovuto abbandonare le proprie case.

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