Almeno ottomila persone sarebbero morte dopo essere state arrestate dalle truppe nigeriane, nel corso del conflitto combattuto contro il gruppo jihadista Boko haram. Lo rivela in un rapporto diffuso mercoledì 3 giugno l’ong Amnesty international, che ritiene l’esercito responsabile di crimini di guerra. Le forze armate hanno respinto le accuse.

L’organizzazione umanitaria sottolinea che più di 1.200 persone sarebbero state uccise in seguito a processi sommari. Altre settemila, invece, sarebbero morte di fame, sotto tortura, per sovraffollamento carcerario, malattie e mancanza di cure mediche. Il rapporto di Amnesty international ha messo insieme racconti e resoconti di circa 400 persone, tra vittime, testimoni oculari, esponenti delle forze armate. Il dossier contiene anche video e fotografie.

I crimini sarebbero stati commessi dai soldati e dagli agenti della sicurezza nigeriana nel corso della battaglia contro Boko haram, l’organizzazione jihadista che ha giurato fedeltà al gruppo Stato islamico. L’insurrezione di Boko haram è cominciata nel 2009 e mira a fondare un califfato nel territorio nordorientale della Nigeria. A causa del conflitto finora sono morte migliaia di persone e un milione e mezzo hanno dovuto abbandonare le proprie case.

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