“Ci troviamo in uno spazio molto familiare per il pubblico ma che secondo noi non è mai stato mostrato com’era realmente, segnato dal caos ma allo stesso tempo da un’organizzazione ferrea”, dice László Nemes, regista di Il figlio di Saul, raccontando la prima scena del film. “Non diciamo mai qual è il luogo della storia, ma forniamo abbastanza informazioni da permettere allo spettatore di dedurre che ci troviamo in un campo di concentramento”.
László Nemes è un regista e sceneggiatore ungherese. Con il suo film di debutto Il figlio di Saul ha vinto il Grand prix speciale della giuria al festival di Cannes 2015 e il premio Golden globe per il miglior film straniero 2016. È candidato al premio Oscar 2016 come miglior film straniero. Il figlio di Saul racconta la storia di un uomo dei Sonderkommando, i gruppi di deportati ebrei obbligati dai nazisti a collaborare allo sterminio all’interno dei campi di concentramento.
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