“Si è creata un’immagine della val di Susa, e tutti quelli che tentano di definirla cadono nella trappola del villaggio di Asterix, magari con buone intenzioni”, diceva Luca Rastello. “Però così si offende quel territorio, si offende quella complessità e si offende la lotta del movimento No Tav, il più calunniato della storia dei movimenti italiani”. Un estratto del documentario di Daniele Gaglianone, che intervista il giornalista torinese scomparso l’anno scorso.

Luca Rastello è stato un giornalista torinese, nato nel 1961 e morto nel 2015. È stato inviato di Diario, direttore di Narcomafie e collaboratore di Repubblica. Ha scritto romanzi e saggi, tra cui La guerra in casa (Einaudi 1998) sul conflitto nella ex Jugoslavia e sui rifugiati giunti in Italia nei primi anni novanta. Sulla val di Susa e l’alta velocità ha scritto, con Andrea De Benedetti, Binario morto (Chiarelettere 2012). Il suo ultimo romanzo è I buoni (Chiarelettere 2014).

Daniele Gaglianone è un regista italiano di documentari e di film. Nel 2008 ha diretto il documentario Rata nece biti, (La guerra non ci sarà), sul conflitto nella ex Jugoslavia, che ha vinto il David di Donatello come miglior documentario di lungometraggio nel 2009. Tra i suoi ultimi film La mia classe (2013), con Valerio Mastandrea, e Qui (2014), sul movimento No Tav.

Il documentario – presentato al Festival dei popoli 2015 come evento speciale – sarà proiettato martedì 12 aprile alle 20.30 al Centro aggregativo Apollo 11, in via Nino Bixio 80/a, a Roma. Al termine della proiezione Goffredo Fofi ne discute con il regista Daniele Gaglianone.

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