“Mi ha detto che qualcuno aveva pagato per me. In altre parole sono stato venduto come uno schiavo”. Migliaia di persone scompaiono ogni anno in Russia. Sono uomini e donne appartenenti a gruppi sociali vulnerabili e svantaggiati che vengono prelevati dalle grandi città per essere portati nella remota repubblica del Daghestan per lavorare nelle fattorie e nelle fabbriche di mattoni.
Una volta raggiunte le strutture, che si trovano in aree isolate in mezzo alle montagne, queste persone vengono private dei documenti e obbligate a lavorare senza essere pagate.

Aleksej Nikitin e Zakir Ismailov, due attivisti dell’ong Alternativa che libera le persone vittime di schiavitù e lavoro forzato nella Federazione Russa, sono andati nel Daghestan per provare a rintracciare alcune persone scomparse. Il reportage del Guardian.

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