Nel 2013 il paese è stato il primo al mondo a legalizzare la produzione, l’uso e la vendita della cannabis, con l’intenzione di porre un argine al narcotraffico. La legge 19172, da molti criticata, ha stabilito norme precise per regolamentare il settore: gli uruguaiani possono accedere alla cannabis per uso ricreativo coltivandola in casa, iscrivendosi ai cannabis club o acquistando in farmacia la marijuana prodotta con l’autorizzazione dello stato.
Produttori e consumatori devono iscriversi in un registro presso il ministero della salute (a oggi si sono registrate 50mila persone, su una popolazione di quasi 3,5 milioni), regola che per molti rappresenta una violazione della riservatezza. Inoltre lo stato non riesce a soddisfare la crescente domanda della sostanza: solo due aziende hanno ottenuto la licenza di produzione e la marijuana, definita di bassa qualità, si può comprare in 17 farmacie in tutto il paese. A questo si aggiunge che la cannabis non può essere venduta agli stranieri, fatto che danneggia il turismo e alimenta il mercato illegale.
Questo video è il sesto episodio di Stato alterato, una serie del giornale brasiliano Folha de S.Paulo sugli effetti delle politiche sulle droghe nel mondo.
- Per poterla acquistare o coltivare bisogna essere cittadini uruguaiani o essere residenti nel paese.
- È necessario registrarsi presso il ministero della salute.
- Nelle farmacie, gli utenti registrati possono acquistare fino a 10 grammi di prodotto alla settimana, per un massimo di 40 grammi al mese.
- Per la coltivazione domestica è necessario registrarsi e si possono piantare al massimo sei piante. È ammessa la produzione di massimo 480 grammi per raccolto.
- I cannabis club possono avere tra i 15 e i 45 soci e possono gestire un massimo di 99 piante.
- Di recente la coltivazione della cannabis per uso medico è stata vietata sia nei club sia a casa. Possono coltivarla solo aziende, nazionali o straniere, che hanno ottenuto una licenza dallo stato.
Fonte: Ircca
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