Cosa è successo durante il vertice del G8 di Genova nel luglio del 2001? Il documentario Gêne(s)ration, di Alexis Mital Toledo ed Eric Jozsef, realizzato nel 2002, trasmesso da Arte France e inedito in Italia, torna dopo un anno sugli eventi di quei giorni e racconta come la repressione della polizia ha travolto una nuova generazione di attivisti.
Una violenza che ha dimostrato che in ogni momento la democrazia può essere sospesa e che ha modificato il rapporto di molti italiani con la vita politica e l’impegno civile.
Su questo tema Internazionale ha appena pubblicato il numero speciale Genova 2001 che raccoglie cronache, foto e reportage dalla stampa estera di ieri e di oggi, vent’anni dopo i fatti, e il podcast Limoni scritto da Annalisa Camilli.
Negli anni successivi alla realizzazione di questo documentario i processi sui fatti del G8 di Genova si sono conclusi:
- Il carabiniere Mario Placanica, responsabile degli spari che hanno ucciso Carlo Giuliani, è stato prosciolto per uso legittimo delle armi e legittima difesa. L’investimento del corpo di Giuliani successivo allo sparo è stato motivato come tentativo di fuga e le lesioni non sono state valutate come fatali.
- Per i fatti della scuola Diaz in primo grado sono stati condannati agenti per reati che vanno dal falso ideologico alle lesioni aggravate. In secondo grado e in Cassazione ci sono state condanne anche per i vertici della polizia. Nel 2015 la Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per la mancanza di una norma che prevede il reato di tortura (introdotto nel 2017).
- Per i fatti della caserma di Bolzaneto l’assenza del reato di tortura nell’ordinamento ha portato in primo grado a 15 condanne (su 45 imputati) per reati di altra natura, come per esempio abuso d’ufficio. In appello ci sono state 44 condanne, ma molti reati erano caduti in prescrizione. Sette imputati sono stati condannati penalmente. La cassazione ha emesso 7 condanne e 4 assoluzioni. Ha confermato le prescrizioni riducendo i risarcimenti dovuti in sede civile. Nel 2017, 59 vittime dei pestaggi hanno fatto ricorso alla Corte europea dei diritti umani, che ha condannato l’Italia a risarcire 48 dei ricorrenti (gli altri 11 avevano ritirato il ricorso dopo aver concordato con lo stato un indennizzo). Nella sentenza la Corte ha sottolineato che nessuno dei responsabili ha fatto un solo giorno di carcere.
- Venticinque manifestanti sono stati imputati per devastazione e saccheggio. Dieci di loro sono stati condannati con pene che vanno dai 6 ai 15 anni di carcere.
L’immagine di copertina è di Dino Fracchia (Buenavista)
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