Il 10 dicembre 2019 un gruppo di combattenti dello Stato islamico nel grande Sahara (Isgs) si è impadronito della base militare di Inates, in Niger. Di questo attacco, come spesso succede per le azioni compiute dai jihadisti nella regione del Sahel, ci sono solo le immagini diffuse dai mezzi d’informazione legati ad Al Qaeda e al gruppo Stato islamico (Is). Sono video di propaganda, ma se incrociati con altre immagini e dati satellitari forniscono comunque informazioni preziose sui metodi usati, le armi a disposizione e perfino i punti deboli di questi miliziani.

Fra blindati carichi di esplosivi, divise copiate da quelle dei caschi blu delle Nazioni Unite, distribuzioni di volantini in lingue locali, sono tante le tecniche usate dai jihasti per ampliare le loro aree di influenza nel bacino del lago Ciad e nella zona “delle tre frontiere”, a cavallo tra Mali, Burkina Faso e Niger. Una lotta per la conquista di nuovi territori che ha visto i gruppi affiliati ad Al Qaeda e quelli legati all’Is scontrarsi tra loro.

Il video di Le Monde.

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