Lo Xinjiang è una regione autonoma prevalentemente desertica abitata dagli uiguri e da altre etnie turcofone musulmane dell’Asia centrale. La prima conquista militare cinese risale al secondo secolo dopo Cristo, ma la regione è rimasta largamente indipendente fino al 1949.

Negli ultimi anni Pechino ha favorito l’immigrazione di cinesi di etnia han, che attualmente rappresentano il 40 per cento della popolazione e sono la maggioranza nei centri urbani e nelle principali attività economiche della regione e sono favoriti rispetto agli uiguri.

La pressione demografica cinese spaventa gli uiguri, che temono la scomparsa della loro cultura e denunciano la repressione delle autorità e il favoritismo nei confronti degli han. Queste tensioni sono spesso sfociate in episodi di violenza. Nel luglio del 2009, nella capitale Urumqi un gruppo di manifestanti uiguri ha attaccato gli han e le loro proprietà, dando il via a una serie di disordini che hanno causato quasi duecento vittime.

Fino a poco tempo fa le violenze legate alla questione uigura sono rimaste localizzate nello Xinjiang, ma nell’ottobre del 2013 un’auto guidata da tre uiguri ha travolto un gruppo di turisti in piazza Tiananmen a Pechino, provocando la morte di due persone oltre agli attentatori. Per questo attentato Pechino ha condannato a morte otto persone.

Secondo una recente analisi del sociologo statunitense Philip Potter, negli anni novanta l’indipendenza delle repubbliche dell’Asia centrale dall’Unione Sovietica ha riacceso il nazionalismo anche nello Xinjiang. Ma i primi fermenti indipendentisti sono stati stroncati dalla repressione cinese, che ha spinto molti militanti a cercare rifugio nei paesi vicini, tra cui Pakistan e Afghanistan.

A contatto con i movimenti islamici locali, alcuni di questi si sarebbero radicalizzati e avrebbero costituito gruppi armati come il Movimento islamico del Turkestan orientale, indicato come organizzazione terroristica anche dagli Stati Uniti.

Le foto sono state scattate tra il 27 luglio e il 3 agosto.

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