L’8 giugno 2015 il flusso di migranti che sbarcano in Italia e si dirigono verso l’Europa settentrionale viene bruscamente interrotto dalla polizia francese al posto di frontiera di Ventimiglia. Nel giro di pochi giorni si forma al confine un assembramento di circa 300 migranti che, l’11 giugno, la polizia italiana cerca di sgomberare con la forza. Molti resistono e si rifugiano sugli scogli, creando un primo improvvisato accampamento.

Da allora l’accampamento di fortuna si è trasformato in un presidio permanente, una sorta di comunità autogestita retta da un’assemblea di migranti e attivisti. In questo spazio delimitato dal mar Mediterraneo, la frontiera e la linea ferroviaria diretta in Francia, i migranti trovano un luogo dove recuperare le forze dopo mesi di viaggio in condizioni spesso disumane. Ma una cosa sola è chiara a tutti e viene ripetuta in continuazione: nessuno tornerà indietro.

Nell’estate del 2015 il fotografo Marco Panzetti (1981) ha cominciato un progetto a lungo termine sulla crisi migratoria in Europa e sulle frontiere. Ha scattato queste foto a Ventimiglia, tra luglio e agosto.

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