La nuova edizione della London art fair, la più importante fiera britannica d’arte contemporanea, ospita fino al 24 gennaio la mostra Feminine masculine, all’interno di Photo50, lo spazio dedicato alla fotografia.
Feminine masculine è curata da Federica Chiocchetti, fondatrice e direttrice di The Photocaptionist, un sito che esplora il legame tra parole e immagini. Nel 2014 aveva già curato Amore e piombo per la biennale di fotografia di Brighton.
Stavolta Chiocchetti si è ispirata in parte al film di Jean-Luc Godard Il maschio e la femmina (1966) che si concentra sui problemi di comunicazione tra uomini e donne. Feminine masculine non vuole approfondire questioni come il genere, l’identità o il femminismo, perché secondo la curatrice sono state già ampiamente esplorate, ma preferisce rappresentare le dinamiche più quotidiane tra i due sessi.
Ed è così che i fotografi scelti ci mostrano il mistero che avvolge la prima volta che ci innamoriamo di qualcuno, o il dolore della separazione. Per esempio, la russa Ekaterina Anokhina presenta il progetto 25 weeks of winter, il racconto di una relazione a distanza, che è stato pubblicato come un piccolo libro, un quaderno praticamente, in cui è allegata una lettera dove il suo psicologo le consiglia di usare l’arte per superare la perdita di un amore.
Le relazioni sono viste anche in maniera più empirica come in Empty porn sets di Jo Broughton. A diciassette anni l’autrice ha lavorato nel mondo del porno come assistente in uno studio. Una delle sue mansioni era di ripulire i set dopo le riprese. Svolgendo un compito così ingrato, Broughton ha avuto l’idea di fotografare i set quando tutti erano andati via.
Feminine masculine espone soprattutto lavori di fotografe. Una scelta che Chiocchetti spiega così:”Mi sembrava più onesto parlare di quello che so in prima persona” e alla fine dell’allestimento si è resa conto di avere creato una specie di omaggio ironico a tutte quelle donne che, come lei, analizzano tutto, troppo.
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