Nel 1826 Joseph Nicéphore Niépce lasciò la prima traccia di un’immagine creata attraverso un procedimento fotografico. La tecnica si diffuse velocemente, soprattutto in Francia e nel Regno Unito, e fu man mano perfezionata grazie all’opera di due artisti e inventori: Louis-Jacques-Mandé Daguerre e William Henry Fox Talbot.

Daguerre annunciò l’invenzione del dagherrotipo nel 1839, uno strumento che prometteva di riprodurre fedelmente la realtà. Mentre Talbot studiò e mise in pratica il procedimento fotografico che permetteva la riproduzione delle immagini attraversi il negativo.

Alcune delle loro immagini e quelle scattate da altri pionieri della fotografia del diciannovesimo secolo sono raccolte nella mostra Seizing the light, ospitata alla galleria Beetles + Huxley di Londra, fino al 18 giugno 2016. La collettiva, le cui foto appartengono alla collezione Robert Hershkowitz, sono documenti delle prime immagini di viaggio, di guerra e di ritratto.

Come quelle di Francis Frith che hanno mostrato per la prima volta i monumenti dell’antico Egitto, o quelle di Henri Béchard che fanno vedere la cattura di un coccodrillo sul Nilo. E quelle di Linnaeus Tripe che sono invece le prime immagini della Birmania.

Le prime fotografie dal fronte sono state quelle scattate da Roger Fenton e Jean-
Charles Langlois durante la guerra di Crimea, combattuta tra il 1853 e il 1856, con cui il pubblico poté vedere le immagini di un conflitto straniero.

La mostra presenta anche una selezione di immagini scattate a personaggi famosi tra cui il ritratto di Alexandre Dumas realizzato da Nadar e quello del poeta britannico Alfred Tennyson, fatto da Julia Margaret Cameron.

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