Nel nordovest dell’Iran vivono almeno quattro milioni di curdi, che seguono l’islam sunnita, diversamente dalla maggioranza sciita degli iraniani. La loro vita è in gran parte pacifica, in particolare se confrontata con quella dei curdi in Turchia, in Siria e in Iraq. Tuttavia questa minoranza subisce forme di discriminazione, soprattutto nel mondo del lavoro, e non gode di un’adeguata rappresentanza politica.

Il governo riformista di Hassan Rohani aveva promesso di migliorare la situazione dei curdi e delle altre minoranze, ma finora non ci sono stati risultati concreti. Negli ultimi tempi alcuni gruppi ribelli, come il Partito democratico del Kurdistan iraniano (Pdki, che da vent’anni si è rifugiato in Iraq), hanno annunciato di voler riprendere la lotta armata contro il governo di Teheran, e si sono moltiplicati gli scontri con i soldati iraniani lungo il confine montagnoso tra l’Iran e l’Iraq.

Nella vita quotidiana i curdi iraniani hanno mantenuto tradizioni come il newroz, il capodanno persiano, e la mistica sufi. Anche se ormai gli usi e costumi popolari sono in gran parte raccolti nei musei di Sanandaj e Mahabad, di recente alcuni professori dell’università di Sanandaj sono riusciti a inserire la lingua curda nei programmi di studio.

Le foto sono state scattate da Linda Dorigo tra il marzo e il luglio del 2016.

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