Il tasso di disoccupazione di Gaza è il più alto del mondo. Lo ha riferito un rapporto della Banca mondiale, secondo cui l’economia nel territorio palestinese, “strangolata” dalla guerra della scorsa estate e dall’embargo israeliano ed egiziano, è sull’orlo del collasso. Il 43 per cento degli 1,8 milioni dei residenti della Striscia (che vivono in 160 chilometri quadrati) sono disoccupati. Tra i giovani è il 60 per cento a non avere un lavoro.

Il rapporto verrà presentato il prossimo 27 maggio a Bruxelles alla conferenza dei donatori che sostengono l’Autorità palestinese. E arriva a quasi un anno dall’operazione militare israeliana della scorsa estate, durata 50 giorni, in cui persero la vita 2.200 palestinesi. Nel documento, la Banca mondiale denuncia la totale assenza di libertà di movimento di merci e persone, che impedisce all’economia di riprendersi. Le esportazioni dal territorio palestinese sono infatti azzerate e il settore manifatturiero è stato abbattuto del 60 per cento. “L’economia non può sopravvivere senza collegamenti col resto del mondo”, sottolinea Steen Lau Jorgensen, il direttore della Banca mondiale per Gaza e la Cisgiordania.

Il prodotto interno lordo pro capite della Striscia di Gaza è calato di un terzo negli ultimi 20 anni. Negli ultimi due anni l’economia si è ridotta di almeno mezzo miliardo di dollari, mentre il tasso di povertà ha raggiunto il 39 per cento, nonostante l’80 per cento della popolazione riceva aiuti umanitari. La Striscia di Gaza, governata dal movimento palestinese Hamas dal 2007, si è trovata in gravi difficoltà dopo l’ennesima chiusura da parte del governo egiziano, il 24 ottobre scorso, del valico di Rafah, l’unico accesso a Gaza non controllato da Israele. Di recente, le forze armate del Cairo hanno anche intensificato gli sforzi per distruggere i tunnel di contrabbando tra la Striscia e l’Egitto.

Nel rapporto si critica inoltre la lentezza della ricostruzione: dei 3,5 miliardi di dollari promessi dalla comunità internazionale per la ricostruzione, solo il 27,5 per cento sono stati stanziati finora. Nessuno di questi dati economici però, sottolinea il rapporto, può mostrare la portata delle sofferenze dei cittadini di Gaza, che hanno affrontato un costo umano altissimo, tra la guerra, la mancanza di acqua ed elettricità, i traumi psicologici e la totale assenza di libertà di movimento.

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