• Il miliardario sudcoreano Lee Jae-yong, erede e vicepresidente del gruppo Samsung, è stato condannato a cinque anni di carcere per corruzione, falso giuramento e abuso di beni sociali. Il manager, arrestato a febbraio, avrebbe promesso o versato 43,3 miliardi di won (38,3 milioni di dollari) a Choi Soon-sil, la confidente dell’ex presidente Park Geun-Hye, per ottenere il sostegno del governo nei confronti della sua azienda.
  • L’Austria ha dato il via ai controlli presso la barriera autostradale di Schönberg, a circa 25 chilometri dalla frontiera con l’Italia. Polizia ed esercito hanno controllato alla stazione tirolese di Matrei am Brenner anche i treni merci provenienti dall’Italia, spesso usati dai migranti per raggiungere Austria e Germania. Entro la fine di agosto sono previste 36 operazioni che saliranno a 81 nel corso del mese di settembre. Dall’inizio del 2017 le autorità austriache sostengono che ci sia stato “un forte aumento di immigrati clandestini”.
  • L’opposizione angolana contesta i risultati preliminari delle legislative che si sono svolte il 23 agosto. Secondo la commissione elettorale il Movimento popolare per la liberazione dell’Angola (Mpla), al potere dall’indipendenza nel 1975, ha ottenuto il 61,1 per cento dei voti finora scrutinati. L’Mpla avrebbe quindi la maggioranza assoluta dei 220 seggi del parlamento e potrebbe eleggere come presidente il suo candidato, l’attuale ministro della difesa João Lourenço. I due partiti dell’opposizione, Unione nazionale per l’indipendenza totale dell’AngolaUnita (Unita), che ha ottenuto il 26,7 per cento dei voti, e la coalizione Casa-Ce vogliono presentare i loro conteggi, ma i risultati ufficiali sono attesi per il 6 settembre.
  • Almeno 14 persone, tra cui sei bambini, sono morte il 25 agosto in un raid aereo a Sanaa, nello Yemen. I bombardamenti, opera della coalizione araba a guida saudita, hanno colpito alcune abitazioni nel quartiere di Faj Attan, a sud della capitale. Due giorni prima un altro bombardamento aveva colpito un hotel ad Arhab, a nord di Sanaa, uccidendo almeno 41 persone.
  • Le autorità turche hanno licenziato altri 928 dipendenti pubblici. Dal tentato golpe del luglio del 2016, più di 150mila persone sono state licenziate o sospese dai loro posti di lavoro per presunti legami con Fethullah Gülen, il predicatore islamico accusato di essere la mente del tentativo di colpo di stato. Inoltre più di cinquantamila persone, tra cui molti giornalisti, sono stati arrestati grazie alla dichiarazione dello stato d’emergenza imposto l’anno scorso.

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