Ma cosa sta succedendo in Brasile? Ne hanno parlato venerdì 30 settembre alle ore 15.00 presso il Teatro Comunale, Alberto Riva di La Repubblica e grande conoscitore dell’America Latina, Eliana Brum scrittrice, giornalista, documentarista, Bruno Torturra fotografo, giornalista, fondatore di collettivo Media Ninja e curatore di Estúdio Fluxo, Clovis Rossi, giornalista brasiliano, collaboratore di vari giornali.
«Il Brasile e’ il paese dove nel corso degli ultimi due anni si sono susseguite, le Olimpiadi, la crisi politica, la destituzione del presidente, con la diffusione di notizie polarizzate, alcuni parlano di un golpe, alcuni invece parlano di un processo democratico». Clovis Rossi parla di un periodo di progressivo peggioramento sociale, « questo è un momento di grave turbamento nella vita sociale brasiliana» - il paese convive con la destituzione del proprio Presidente a cui si arriva alla fine di agosto scorso viene effettuato in stato di accusa, «sono 53 anni che convivo col mondo politico brasiliano e ho perso un’illusione». Clovis sostiene e come questa perdita di emozione nella destra e nella sinistra accomuna l’Italia ed il suo paese. «Ci si sente scoraggiati e si osservano le frustrate speranze del gigante brasiliano». Ma non è un fenomeno repentino, perché è da 517 anni che il Brasile è sempre stato un paese del futuro, un futuro che non è mai arrivato.» Ma cosa è successo? Si tratta di un classico fallimento politico con un perdita enorme del reddito pro capite, il secondo in termini di importanza in 130 anni. Si tratta di un fenomeno di tali proporzioni che ha provocato 12 milioni di disoccupati e una preoccupante situazione economica con un sensibile aumento della povertà. «Si pensi, prosegue Clovis, che a dicembre 2015 il paese ha 73 milioni di persone povere di cui metà e in miseria con un reddito mensile pro-capite di 20 euro. Ciò ha causato un aggravamento della crisi politica e Il partito tuttora al governo ora, non ha avuto nemmeno il bisogno di presentare un programma.»
Ma cosa succederà ora? la domanda è rivolta a Eliana Brum che espone come dal 2002 ad ora, ha osservato il cambiamento. «Le cose in Brasile so fanno come un imperativo etico, e questo è un posto fondato sulla distruzione dei corpi». La scrittrice spiega come si deve fare i conti con la strage dei popoli indigeni, con il tema della popolazione nera e con il tema della schiavitù’ mai completamente risolto. «Si deve affrontare la contraddizione con l’eterna aspettativa del futuro imminente che non è mai arrivato al presente». Eliana spiga come le contraddizioni sono esaltate dalla differenza di reddito, perché in realtà In questo tipo di società non si creano dei cittadini, ma dei consumatori e il paese è un luogo ricco di diseguaglianze.
La Brum sottolinea come le risorse naturali non sono infinite ed esiste anche una crisi di identità. Ma è lo stesso Brasile che il governo spinge verso l’immaginario del calcio, dei bei corpi delle ragazze, della cordialità e allegria. La Brum sottolinea come invece è anche il paese di genocidio degli indios con amazzonica che viene distrutta e dove la sconfitta da parte della Germania a calcio viene vissuta come una ferita non rimarginata. «Certamente - prosegue la Brum - i conflitti vanno affrontati e la pace che sembrava essere quasi raggiunta non c’è» - e sottolinea - «se la pace non è per tutti non sarà per nessuno».
«Cercare di fermare un paradigma di osservazione del politica è un elemento sul quale sono d’accordo con Clovis» sostiene e Bruno Torturra . La crisi non è finita e non si chiuderà presto ed è un processo che parte da lontano sin da prima della dittatura militare. Lo scandalo profondo ha toccato tutto il sistema politico brasiliano. Una delle opportunità perse dal Brasile negli ultimi anni è il fatto di non avere toccato il sistema corrotto e Il modo con cui si finanziano i partiti politici, con finanziamenti occulti. Un sistema che ha intaccato la politica e la società. Anche il sistema dell’ informazione del Brasile viene investito dalla crisi. È’ una informazione chiusa e in mano a poche famiglie. La stampa vive una crisi di responsabilità e credibilità. La stampa ha avuto una grande influenza con la narrativa che la politica dava di se. Oggi - prosegue Torturra - abbiamo una grande esperienza disfunzionale propria del mondo del giornalismo. Ciò ha causato delusione anche nel giornalismo. Però vi sono state anche molte iniziative nella costruzione di un nuovo sistema di media indipendente ed esiste una specie di guerra di narrativa. Una guerra di notizie e di fatti, e di come gli eventi vengono coperti in Brasile che può dirsi anche una guerra di versione. La crisi della parola è ora una cosa reale in Brasile. Noi viviamo nell’era dell’ informazione. La professione piano piano va scomparendo. Un paradosso in base alle evoluzioni dei mezzi a disposizione. «Non si tratta di pagare, ma di educare e il pubblico deve essere aiutato a scegliere».
Clovis prosegue sottolineando su quel che resta di questi ultimi 15 anni nel paese. il maggiore deficit, i cambiamenti radicali che non sono stati fatti e tutto questo ha prodotto anche una mancata distribuzione del reddito. « Lula non ha distribuito in modo corretto i beni, soprattutto trasporti, sanità e istruzione. Lula non ha rispettato le sue promesse e tutta la struttura sociale e’ invariata». Eliana Brum sottolinea come anche il Progetto Belomonte e’ un nodo che rivela tutto il Brasile. Si tratta di una centrale idroelettrica con una diga enorme, un progetto nato nel periodo della dittatura, uno sguardo sull’Amazzonia. Belomonte dimostra che questo governo ha riprodotto il medesimo approccio di sfruttamento della natura al pari di ciò che ha fatto la dittatura militare. Una continuità che attraversa i vari governi. Gli schemi di corruzione con violazione di diritti umani con migliaia di persone hanno perso le proprie terre e le abitazioni.
Renato Augelli