31 luglio 2017 12:17
Zatara, Cisgiordania, il 6 gennaio 2013. Hayat, a sinistra, insegna yoga nel villaggio. (Tanya Habjouqa, Noor)

Tanya Habjouqa è una fotoreporter giordana, cresciuta negli Stati Uniti e attualmente residente a Gerusalemme Est. I suoi lavori affrontano la violazione dei diritti umani e le discriminazioni sociali e di genere in Medio Oriente. Nel 2014 ha vinto il secondo premio al World press photo nella categoria daily life grazie a Occupied pleasures, ritenuto uno dei migliori libri dell’anno da Time e dallo Smithsonian. Rappresentata dall’agenzia Noor, è la fondatrice di Rawiya, il primo collettivo di fotografe mediorientali.

Il progetto sceglie una chiave ironica per parlare della vita quotidiana nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, dove più di quattro milioni di palestinesi vivono in una situazione umanitaria precaria a causa dell’occupazione di Israele, cominciata cinquant’anni fa. Occupied pleasures nasce da due presupposti: sopravvivere all’occupazione di un paese di cui non si riconosce l’autorità e tenersi occupati, nel senso di dedicarsi con gioia e spensieratezza alle attività ludiche e sociali più semplici. Questo crea un contrasto che la fotografa è stata in grado di cogliere in maniera sfaccettata, all’interno di una società intrappolata in una questione politica che non si riesce a risolvere in modo pacifico.

Checkpoint di Qalandia, Cisgiordania, agosto del 2013. Un uomo nella sua automobile durante l’ultima sera di Ramadan. (Tanya Habjouqa, Noor)

Tanya Habjouqa terrà un workshop al festival di Internazionale a Ferrara (dal 29 settembre al 1 ottobre) dal titolo Il racconto fotografico. Il corso si concentrerà sulla realizzazione di un progetto a lungo termine, e inviterà i partecipanti a discutere e riflettere su questioni etiche e creative.

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