29 settembre 2017 18:53

Un’Europa in bilico tra neoliberismo e crisi economica, quella descritta da Yanis Varoufakis, ospite nella prima giornata di festival per un incontro dedicato alla fragile architettura economica e politica dell’Europa. L’economista greco e Lorenzo Marsili di European Alternatives, incalzati dalle domande di Michael Braun, Die Tageszeitung, Eric Jozesf, Libèration, e Stephanie Kirchgaessner, The Guardian, hanno descritto un continente frammentato e in forte difficoltà finanziaria.”L’Euro era un progetto che aveva obiettivi ben precisi – ha detto Varoufakis – è stato utilizzato il neoliberismo come un tramite per realizzarli”. L’ospite di Internazionale è partito da una riflessione sul concetto stesso di Unione Europea per ragionare sulla situazione attuale, quella di un continente che sta sperimentando una “crisi continua”, come lui stesso l’ha definita. Marsili e Varoufakis sono tra i fondatori del movimento politico europeo DiEM25 (Democracy in Europe movement), nato con la prospettiva di offrire un’alternativa al confuso frazionamento tra i paesi europei. “Dobbiamo creare qualcosa che vada al di là dei confini nazionali, per frenare l’ascesa dei mostri politici” – ha spiegato Varoufakis - “non serve solo solidarietà dobbiamo far capire che bisogna unire le forze”. La scommessa di DiEM25 è costruire una unitarietà solida transnazionale. E come si può realizzare un obiettivo del genere? “Grazie a voi che siete qui – secondo Varoufakis – ma anche ragionando su cosa serve all’Europa, su come crearlo”. Non poteva mancare uno sguardo sul paese ospite del Festival, l’Italia, con la sua realtà politica tanto variegata da risultare a tratti incomprensibile: “La frammentazione interna ai partiti italiani – ha dichiarato l’economista – deriva da vent’anni di stagnazione politica, che non vi meritavate”. L’Italia è un paese produttivo, secondo Varoufakis, ma in questo contesto ci sono comunque divisioni, moltiplicazioni e rigenerazioni. La probabilità che si compatti la classe politica italiana sono poche, ma esistono, a una condizione: “Solo a fronte di un movimento progressista pan europeo”, come ha dichiarato in conclusione Varoufakis. “Dobbiamo guardare all’Europa di oggi con gli occhi del futuro – ha concluso Marsili – e la situazione odierna è terribilmente ingiusta. Io non so cosa sia l’establishment, ma se questo è il sistema, io mi definisco orgogliosamente antisistema”.

Irene Lodi, collaboratrice volontaria all’ufficio stampa di Internazionale a Ferrara

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