“L’Europa sta finalmente iniziando ad ammettere che il libero scambio non è un sistema perfetto, ma una forma di commercio che può avere effetti dannosi sia sulla sfera economica che sociale della comunità”. Queste le parole del socialista belga Paul Magnette in occasione dell’incontro “Liberi ma non troppo” tenutosi durante l’undicesima edizione del Festival di Internazionale a Ferrara. Il Ministro-Presidente della Vallonia si è confrontato con l’europarlamentare e deputato del Partito Democratico Nicola Danti sulle controversie legate all’Accordo Economico e Commerciale Globale (CETA), in vigore tra Unione Europea e Canada. Numerosi gli spunti di riflessione per affrontare i temi del libero scambio, della trasparenza e del dialogo.
Il trattato è stato approvato a febbraio con l’idea di favorire le transazioni di beni e servizi tra Canada e Europa, riducendo i dazi doganali e le barriere commerciali. Tuttavia, l’opposizione di Paul Magnette nel 2016 è riuscita a fermare la piena ratifica del CETA, che infatti al momento viene applicato solo in parte. Al centro delle critiche, il capitolo sulla protezione degli investimenti: “L’accordo introduce l’intervento di un tribunale privato in caso di conflitto tra azienda e governo, offrendo alle multinazionali uno strumento per attaccare le legislazioni nazionali” ha affermato il ministro belga. “È un perfetto esempio di trattato moderno, che si concentra non tanto sugli aspetti quantitativi quanto sul controllo delle regole. Quelle regole che noi dobbiamo assolutamente impegnarci a difendere”. Per la piena applicazione, l’accordo avrà bisogno dell’approvazione globale dell’Unione Europea, per un totale di 38 assemblee tra parlamenti nazionali e regionali.
Durante l’incontro è poi emersa la necessità di un maggiore dialogo in fatto di commercio internazionale. Coinvolgere l’opinione pubblica, secondo i due politici, aiuterebbe a rafforzare la fiducia nelle istituzioni e a creare un più ampio consenso. “La segretezza non ha mai avuto buoni effetti sull’esito delle trattative” ha dichiarato Nicola Danti. “È proprio durante la fase negoziazione, anzi, che bisognerebbe dare spazio al dialogo e operare in modo trasparente”. Più dura la linea di Paul Magnette: ”Finché non ci sarà trasparenza in corso di trattative mancherà una democrazia effettiva” ha dichiarato il ministro. “In questo campo sarà sempre più necessario attuare un netto cambiamento di metodo”.
Nicola Danti ha riconosciuto le criticità del CETA, ma nel complesso si è schierato a favore dell’accordo. Diverse le obiezioni da lui mosse alle parole del collega, prima tra tutte il rischio di promuovere un atteggiamento di chiusura e protezionismo. Non solo: secondo l’europarlamentare, l’opposizione al libero scambio non deve finire per “svuotare le competenze della Commissione Europea”, né trascurare il problema della “permeabilità” dell’Europa all’accesso illegale di merci. In chiusura, tuttavia, anche il suo è stato un messaggio positivo: “Questo è importante: che si continui a vivere il commercio non come una minaccia, ma un’opportunità” ha concluso.
Matteo Gullì, studente del Master di Giornalismo e Comunicazione scientifica dell’Università di Ferrara, volontario all’ufficio stampa del festival