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Nelle scuole libiche s’insegna un passato glorioso e si tralasciano particolari imbarazzanti per il presente.
Se non conosciamo la storia rischiamo di non capire i fattori politici, religiosi ed economici che hanno plasmato il nostro presente, poiché il presente è il risultato di problemi passati. Dal 2011 in Libia s’insegna alle nuove generazioni un elenco selettivo di fatti, imponendo un unico punto di vista. Avremmo potuto aggiungere qualche drago e qualche mago e nessuno avrebbe notato la differenza, visto che quella descritta non è la realtà.
Qualche osservazione sui nostri nuovi manuali di storia: in tutti i libri – dalla quinta elementare alle scuole superiori – l’occupazione ottomana è descritta con parole come: venuta, arrivo, permanenza. Quattro secoli circa raccontati come una favola: sono arrivati e ci hanno liberati dai cristiani, dagli infedeli e dagli sciiti. Qualche capitolo è dedicato a spiegare come gli ottomani fossero al servizio della nazione islamica, descrivendo la loro occupazione come un governo islamico legittimo.
Perfino i libici che hanno opposto resistenza all’occupazione ottomana sono definiti “movimenti separatisti”. Il tono cambia con l’epoca italiana: i turchi hanno combattuto gli italiani con coraggio al fianco degli eroi libici e in questo caso le battaglie vengono descritte come jihad. L’era di Gheddafi, che va dal 1969 al 2011, è riassunta in dieci righe e poi si conclude: “Quando finalmente è arrivata l’ora, i libici si sono sollevati come un sol uomo da est a ovest, da sud a nord, in una rivoluzione di massa cominciata il 17 febbraio 2011.
Il popolo libico ha assistito a un gloriosissimo jihad epico che ha restituito la libertà e la dignità ai nostri cittadini”. Nei libri di educazione islamica delle scuole superiori, poi, s’insegna a non fidarsi degli ebrei, “noti in tutte le epoche storiche per la loro attitudine al tradimento e all’inganno”. Se questo è quello che s’insegna, non c’è da chiedersi da dove sia spuntato fuori il gruppo Stato islamico.
Khalifa Abo Khraisse è un regista e sceneggiatore libico. Scrive per Internazionale le Cartoline da Tripoli. Sarà al festival di Internazionale a Ferrara il 1 ottobre con Stefano Liberti e Andrea Segre.