“Il mio obiettivo è quello di riuscire a raccontare i migranti, senza drammatizzarli. Vorrei renderli più vicini a noi, facendo capire che sono essere umani come noi, con i loro pregi e i loro difetti”, dice il fotografo francese Olivier Jobard.
Dopo aver lavorato per dieci anni nelle principali zone di conflitto del mondo, tra cui Bosnia, Cecenia, Sudan, Colombia e Iraq, Jobard nel 2000 arriva a Sangatte, in Francia, un campo profughi dove vivono richiedenti asilo che hanno lasciato le loro terre a causa della guerra. Da allora decide di raccontare le storie di queste persone e diventa uno dei primi fotografi ad accompagnare i migranti durante i loro viaggi, spesso in condizioni drammatiche e affrontando gravi difficoltà.
Con i suoi lavori Jobard ha vinto numerosi premi tra cui il World Press Photo (2005), il Visa d’or (2011) e nel 2013 ha ricevuto il Tim Hetherington Grant.
Nella sua intervista al festival di Internazionale a Ferrara racconta alcuni dei suoi viaggi al fianco di migranti.