A un anno dal terremoto, dallo tsunami e dal disastro nucleare che hanno devastato il nordest del paese, in molte zone la ricostruzione procede a rilento.
Più di 19mila persone sono morte l’11 marzo 2011 nel terremoto e nello tsunami che hanno devastato la costa del Tohoku, nel nordest del Giappone. In alcune zone la ricostruzione si sta rivelando più difficile del previsto, sia perché il sisma ha fatto sprofondare la costa di circa un metro, allagando alcune città costiere, sia perché i terreni sono in gran parte in mano ai privati, molti dei quali figurano tra le vittime.
Per rendere abitabile la zona intorno alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi servirà ancora più tempo. La fuga radioattiva ha costretto più di 80mila persone a lasciare le loro case, e alcuni villaggi resteranno disabitati per decenni. Il 16 dicembre il governo giapponese ha proclamato lo stato di arresto a freddo dei reattori danneggiati, un passo fondamentale per la stabilizzazione del sito. Più di tremila persone lavorano oggi nella centrale, che sarà smantellata entro quarant’anni.
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