Dopo avere cercato un modo per raccontare il quartiere londinese di Hackney, il fotografo Stephen Gill ha iniziato a sentire dei limiti nell’approccio documentaristico.
Da questa consapevolezza, il suo percorso si è avvicinato all’arte concettuale, compiendo tutti gli sforzi per liberarsi dalle restrizioni tecniche della fotografia. Il primo passo è stato cambiare la propria fotocamera professionale con una usata e di plastica. Il risultato è la serie Hackney, dove, secondo l’autore, le immagini sfocate e poco nitide riescono a comunicare il vero senso del luogo. Rafforzato nell’idea che il realismo sia sufficiente solo per rappresentazioni descrittive, Gill si fa ispirare dalle coincidenze, dagli errori e dalle manipolazioni, a partire dagli stessi rullini. Il suo lavoro più recente è Best before end, in cui l’emulsione della pellicola è stata immersa in bevande energetiche.
La galleria Foam di Amsterdam dedica a Gill una retrospettiva fino al 14 luglio.
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