Il fotografo portoghese Edgar Martins è affascinato dallo spazio da sempre. Così, quando ha letto un post del direttore delle comunicazioni dell’Agenzia spaziale europea (Esa) che sottolineava la necessità di avvicinarsi di più al pubblico, Martins ha colto l’occasione e ha proposto di realizzare la più ampia indagine fotografica sull’Esa che l’agenzia abbia mai avuto.

Il risultato è un progetto intitolato The rehearsal of space & the poetic impossibility to manage the infinite. Per due anni Martins ha avuto accesso a una ventina di centri spaziali, dalla Russia alla Spagna, e ha fotografato di tutto: dalle piattaforme di lancio alle roccie lunari, dai laboratori per la propulsione a reazione ai vecchi equipaggiamenti degli astronauti.

Lo scopo del lavoro non è solo mostrare come l’esplorazione dello spazio è cambiata nel corso dei decenni, ma anche capire se riesce ancora a catturare l’interesse delle persone, come faceva cinquanta o sessanta anni fa.

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