Il 24 maggio il fotografo italiano Andy Rocchelli e l’interprete e giornalista russo Andrej Mironov sono stati uccisi da colpi di mortaio vicino a Sloviansk, in Ucraina.

I due reporter erano insieme al collega francese William Roguelon, rimasto ferito ma dimesso poco dopo dall’ospedale. Insieme avevano affittato un’auto per andare a seguire le operazioni militari a Sloviansk, la roccaforte dei filorussi circondata dalle forze armate di Kiev. Appena scesi dalla macchina sono finiti sotto un bombardamento e, ha raccontato Roguelon, l’italiano e l’interprete russo sono stati feriti da un colpo di mortaio. Le milizie accusano l’artiglieria ucraina, ma il governo di Kiev non ha ancora fornito la sua versione dei fatti.

Rocchelli aveva trent’anni ed era originario di Pavia. Era uno dei fondatori di Cesura, un collettivo di fotografi nato nel 2008, e lavorava nel fotogiornalismo da otto anni, raccontando paesi come il Kirghizistan, la Libia, la Tunisia, l’Afghanistan o l’Algeria, oltre che l’Italia. Nei mesi scorsi aveva documentato gli scontri a Kiev, ed era tornato in Ucraina da una decina di giorni per seguire le vicende del paese.

Mironov era un ex dissidente sovietico, un giornalista e un attivista per i diritti umani di sessant’anni. Per le sue battaglie aveva passato due anni in un campo di lavoro sovietico. Impegnato nelle zone di conflitto ed esperto di questioni legate all’Europa orientale, aveva lavorato nel Caucaso e in Cecenia, aveva sostenuto le proteste di piazza contro Putin, e descritto la situazione a Kiev e in Crimea. Viveva a Mosca ma era stato spesso in Italia, diventando un riferimento per molti giornalisti stranieri che si trovavano in Russia o nei paesi dell’ex Unione Sovietica.

Le foto sono state scattate in Ucraina nel maggio del 2014.

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