Nel 2014 il fotografo Pablo Balbontin ha realizzato un progetto sulle miniere del Rio Tinto, nel sud della Spagna.
Il fiume Tinto ha origine a Nerva, nel sottosuolo delle montagne della Sierra Morena, in Andalusia. Le sue acque hanno un’acidità molto elevata (con un pH compreso tra 1,7 e 2,5), e sono ricche di ferro e di altri metalli pesanti che gli danno una profonda tonalità rossastra.
Tutta l’area è un giacimento minerario a cielo aperto, le cui origini risalgono all’era del Carbonifero. Dagli iberi nel I millennio a.C. fino agli inglesi nel diciannovesimo secolo diverse popolazioni hanno sfruttato queste risorse. L’attività estrattiva nella miniera del Rio Tinto è stata fermata nei primi anni novanta.
Tuttavia, in questo ambiente inospitale è stata scoperta l’esistenza di alcune forme di vita. Si tratta di microrganismi che si sono adattati alle condizioni estreme del fiume, nutrendosi di minerali. La Nasa è interessata alla regione per la sua possibile somiglianza con Marte. Studiandone le caratteristiche, i ricercatori sperano di approfondire le loro conoscenze sulla storia del pianeta rosso.
Il progetto di Balbontin Vida extrema: Rio Tinto sarà in mostra nella galleria Photo & Contemporary di Torino fino al 31 ottobre 2014.
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