La fondazione Fotografia di Modena presenta Stop time, una mostra antologica del fotografo giapponese Hiroshi Sugimoto, che ripercorre i momenti fondamentali della sua ricerca artistica.
Nel 1974 Hiroshi Sugimoto (Tokyo, 1948) si trasferisce a Los Angeles per studiare arte. In questo periodo subisce l’influenza del minimalismo e dell’arte concettuale a cui si ispira per esercitare una profonda riflessione sui soggetti, su cui torna ciclicamente e in maniera seriale. L’opera di Sugimoto fotografo è strutturata infatti in serie ben definite. L’artista nega la capacità della fotografia di ritrarre la storia con accuratezza e preferisce essere un indagatore del tempo in cerca di tracce del passato nel nostro presente, ma senza inseguire una presunta idea di realtà. Secondo Sugimoto, un fotografo non realizza mai un’immagine reale ma la ruba al mondo, per conservarne la memoria e non per creare qualcosa dal nulla.
Di questo approccio estetico sono un esempio i Dioramas, foto scattate nei musei di storia naturale che sembrano dei paesaggi. Sulla stessa linea si muovono i Portraits, foto di statue di cera di personaggi storici, stampati a grandezza naturale, a cui è stato tolto lo sfondo originale che è stato sostituito con una parete nera che li isola nel tempo e nello spazio. Ispirati agli esperimenti fotografici di William Henry Fox Talbot (1800-1877), i ritratti sono realizzati con lunghi tempi di esposizione per arricchirli di dettagli che li avvicinano alla pittura di Hans Holbein, Antoon van Dyck e Jacques-Louis David. Nella mostra modenese sono esposti anche Theaters e Seascapes, ulteriori riflessioni sul tempo e sulla storia.
Le opere di Hiroshi Sugimoto potranno essere visitate negli spazi del Foro Boario di Modena fino al 7 giugno 2015.
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